Nuovo Dpcm, mondo della cultura lancia sos

Nuovo Dpcm, mondo della cultura lancia sos

Dopo il nuovo Dpcm firmato da Conte il mondo della cultura chiede aiuto

Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto. Lo si legge nel nuovo Dpcm varato dal Governo. Uno stop durissimo per il mondo della cultura. Il nuovo Dpcm firmato questa notte punta il dito contro cultura e ristorazione.

«Ancora una volta la cultura riceve una ferita che potrà rivelarsi mortale», dichiara Claudio Gubitosi, fondatore del Giffoni film festival, in una lettera indirizzata al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. «Penso in particolare ai numerosissimi lavoratori dello spettacolo che in questo momento sono privi di qualsiasi forza e perfino incapaci o impossibilitati a reagire».

«Anche i luoghi della cultura che si preparano a vivere un momento ancora piu’ critico e acuto del precedente – sottolinea Gubitosi – ci sono centinaia di migliaia di operatori che rappresentano non soltanto il sistema culturale italiano, ma soprattutto famiglie, disorientate, impaurite, avvilite. Il lavoro di tanti anni e la loro stessa esistenza sembrano ormai traballare”.

L’allarme è trasversale. Così trasversale che tra le agenzie si palesa una nota firmata dagli assessori alla Cultura dei Comuni di Napoli, Roma, Milano, Genova, Torino, Bologna, Venezia, Ancona, Bari, Cagliari e Firenze. Nella missiva gli assessori alla cultura sottolineano come la misura messa in campo dal Governo «colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19». Un autogol per gli amministratori locali che appare «ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli operatori».

Una nuova chiusura delle attività legate allo spettacolo che comporterà, secondo l’Agis – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, «un colpo difficilmente superabile e una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito».

Redazione
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