Greenpeace: stop alle bottiglie di plastica

Greenpeace: stop alle bottiglie di plastica

L’associazione chiede alle multinazionali di ridurre il ricorso a bottiglie in plastica monouso, promuovere l’uso di contenitori riutilizzabili e punti di ricarica

Il brand audit è un’analisi dettagliata che mostra come un marchio sta impattando rispetto agli obiettivi dichiarati. E quindi a come si posiziona sul mercato. Greenpeace è l’organizzazione che ha fatto trasposto questa pratica sull’inquinamento. Soprattutto da plastica. Una battaglia lanciata alle multinazionali. In primis Coca-Cola, Nestlé, PepsiCo, San Benedetto e Sant’Anna. Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere a queste aziende di ridurre drasticamente l’uso di bottiglie in plastica monouso. Cosa in realtà prevista già dalla direttiva Single use plastic approvata nel 2019 dalla Commissione europea.

Ma non tutti i Paesi hanno risposto allo stesso modo. «Mentre il mare soffoca per la plastica, il mercato italiano continua ad essere inondato con miliardi di bottiglie: un giro d’affari milionario alimentato anche dal falso mito del riciclo. Non solo i mari, la plastica minaccia anche il clima e la nostra salute, perché è prodotta da petrolio e gas fossile e inquina in ogni fase del ciclo di vita, dalla produzione all’incenerimento. Le alternative alle bottiglie di plastica esistono, ma le aziende non vogliono usarle», denuncia Greenpeace nella campagna Stop bottiglie di plastica.

L’Italia consuma più di 11 miliardi di bottiglie di plastica l’anno. Di più solo Messico e Thailandia. Primo Paese in Europa per il consumo di acqua minerale in bottiglie di plastica. Negli ultimi dieci anni, le vendite totali delle sole acque minerali imbottigliate in plastica sono raddoppiate. Dai circa 5 sono passate a circa 10 miliardi di bottiglie l’anno. L’associazione denuncia inoltre che, solo la metà del pet utilizzato viene raccolto per essere riciclato. Di questo solo il 7 per cento viene trasformato in nuove bottiglie. Il resto contribuisce in misura importante all’inquinamento di corsi d’acqua, discariche illegali, inceneritori.

Per questo Greenpeace chiede alle aziende di ridurre drasticamente il ricorso a bottiglie in plastica monouso. Di adottare sistemi di vendita basati su un elevato impiego di contenitori riutilizzabili. Ed ancora di lavorare insieme alle grandi catene di supermercati per installare stazioni di ricarica per le bevande.

@dalsociale24



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