Rapporto Ecomafia 2023

Rapporto Ecomafia 2023

I dati continuano a raccontare di una Campania tristemente al vertice della graduatoria nazionale degli illeciti contro l’ambiente

Platea delle grandi occasioni quella che stamattina ha riempito la sala convegni del Casale di Teverolaccio a Succivo per la presentazione del Rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente. Scelta non casuale quella di Teverolaccio, come ribadito da Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, ma frutto dell’opportunità di testimoniare piena vicinanza al circolo Legambiente Geofilos di Succivo e alla Cooperativa sociale Terra Felix, vittime negli ultimi sette mesi di ben tre atti intimidatori, ultimo dei quali verificatosi lo scorso 21 febbraio quando proprio nella sala che ha ospitato l’evento odierno una persona incappucciata ha cercato di dare alle fiamme il locale con della benzina versata sugli arredi. 

All’indomani quindi delle intimidazioni si è voluto segnare un appuntamento fondamentale per rilanciare quel patto di solidarietà tra realtà operanti sul territorio, forze dell’ordine e istituzioni, indispensabile per contrastare attivamente il rischio di avanzata di quell’illegalità e quella criminalità che attraverso i dati raccolti nell’ultimo Rapporto Ecomafia continuano a raccontare di una Campania tristemente al vertice della graduatoria nazionale degli illeciti contro l’ambiente. Con un totale di ben 4.020 reati accertati nel 2022, pari al 13,1% del totale nazionale(30.686), e con primati nazionali specifici nei settori dei rifiuti (1.259) e del cemento (1.747) la Campania si conferma tristemente maglia nera in un contesto nazionale che vede proprio gli illeciti nel settore del cemento crescere rispetto al 2021 assieme ai reati contro la fauna e nel ciclo dei rifiuti.

E proprio a partire da questi dati e dalla recente approvazione da parte del Parlamento Europeo delle nuove sanzioni in materia di crimini contro l’ambiente, il dibattito condotto da Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, dopo i saluti del Sindaco di Succivo, Salvatore Papa e del Prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, si è aperto col contributo dell’Assessore regionale della Campania alla sicurezza, Mario Morcone, che ha evidenziato le difficoltà che spesso caratterizzano i procedimenti di abbattimento degli immobili abusivi sul territorio regionale, e l’imbarazzo che non si può nascondere di fronte ai dati del rapporto, impietosi per la Campania. 

Le stesse difficoltà di procedere agli abbattimenti sono state ribadite anche dal Procuratore aggiunto presso la Procura di Napoli con delega ai reati urbanistici, Antonio Ricci, che ha sottolineato come vi siano ancora giacenti ordinanze di abbattimento risalenti addirittura agli anni ’90 sulle quali, così come sul tema delle bonifiche di numerosi siti, molti dei quali ex campi rom, è necessaria una seria presa di responsabilità degli enti locali nella predisposizione di misure tese ad eliminare gli abusi e il rischio che i rifiuti da smaltire non seguano i canali ordinari finendo per alimentare i canali di smaltimento illecito.

Presente all’incontro anche una delegazione di parlamentari campani componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti ambientali guidata dal presidente Jacopo Morrone che nel suo intervento ha rilanciato la proposta di inasprire le pene a carico dei responsabili degli illeciti ambientali, e di valorizzazione e sostegno delle buone pratiche nell’ambito della corretta gestione, recupero e valorizzazione dei rifiuti.

Il tema delle intercettazioni quale strumento indispensabile per dare vita a una seria attività di contrasto e prevenzione dei crimini ambientali è stato quello oggetto del contributo dell’ex Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, oggi deputato vice presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, che ha evidenziato la necessità di potenziare tale strumento di indagine per fronteggiare l’odierna capacità della criminalità organizzata di utilizzare le moderne tecnologie per aggirare i controlli, resi complessi anche della possibilità dei clan di riuscire ad acquistare quote di società che operano nei settori attenzionati dal Rapporto senza il trasferimento della titolarità delle società, il che rende completamente occulte l’infiltrazione e il condizionamento di realtà operanti apparentemente nella legalità, ma in realtà sotto il controllo delle mafie.

Sulla necessità di superare le sottovalutazioni, le impreparazioni e la frammentazione degli approcci alla risoluzione delle criticità ambientali è intervenuta la dottoressa Maria Antonietta Troncone, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, che ha sottolineato come questi elementi negli anni hanno ritardato notevolmente le operazioni di bonifica e messa in sicurezza di aree particolarmente complesse da gestire per la varietà di fattori inquinanti, ma trattate in maniera troppo semplicistica con procedimenti che si sono arenati man mano che le difficoltà venivano fuori nella loro gravità.

A completare il quadro degli interventi, la relazione del Tenente Colonnello Pasquale Starace, Comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Ambientale, coordinatore dei NOE operanti nelle regini del Sud, che è ritornato sul tema degli strumenti di indagine da rendere pari a quelli che normalmente vengono adoperarti in quadri di emergenza.

A chiudere i lavori gli interventi di Francesco Pascale, direttore della Cooperativa sociale Terra Felix, che nel raccogliere l’abbraccio delle istituzioni intervenute non ha nascosto la viva preoccupazione, innescata dagli atti intimidatori subiti, di vedere andare in fumo il lungo lavoro di contrasto al degrado sociale che serpeggia soprattutto in aree caratterizzate da forti criticità ambientali, come accade proprio in quelle zone in cui dietro l’abusivismo edilizio si nasconde spesso una grave scarsità di servizi che le istituzioni non riesco a garantire, e che realtà come quelle operanti nel Terzo settore riescono a coprire in regime nei sussidiarietà, e del presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani che ha ribadito la necessità di intervenire sui reati ambientali in via preventiva attraverso l’emanazione dei decreti attuativi della legge 132/2016 sul sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente che possono offrire agli organi impegnati nella tutela ambientale nuove opportunità in termini di controllo del territorio, affinché si superi una volta e per tutte la triste retorica del resoconto di ciò che non funziona.

@VinsViglione

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