La legge anti-spreco per un’economia circolare

La legge anti-spreco per un’economia circolare

In Italia un’iniziativa simile è stata lanciata da privati, dall’associazione ambientalista napoletana N’ Sea Yet attraverso la campagna PrendiLAcQUA

Il governo francese ha approvato la legge anti-gaspillage (anti-spreco) che prevede la trasformazione sostanziale del sistema nazionale. L’obiettivo è realizzare una reale economia circolare. 130 articoli che intendono contrastare tutte le diverse forme di spreco. La legge mira a trasformare l’economia francese da lineare, che va dalla produzione, al consumo, al rifiuto, in un’economia circolare, che permette il riciclo e riuso dei prodotti di scarto. La legge anti-spreco, entrata in vigore il 1 gennaio, mira ad eliminare tutti gli imballaggi in plastica monouso entro il 2040.

Tra i punti chiave della nuova legge c’è l’obbligo per gli esercizi commerciali di fornire acqua potabile gratuita a chiunque la richieda. Un sistema che intende accelerare il cambiamento del modello di produzione e consumo. La legge prevede inoltre che, gli stabilimenti aperti al pubblico, dovranno essere dotati di almeno una fontanella di acqua potabile accessibile al pubblico. Un sistema che è già attivo da diversi anni in Australia, dove negli esercizi commerciali della ristorazione sono presenti spillatori d’acqua con accanto bicchieri in vetro, accessibili a chiunque.

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E l’idea è stata trasportata anche in Italia. Proprio dall’Australia, dove ha vissuto Dario Catania, presidente di N’ Sea Yet. Con l’associazione ha lanciato il progetto PrendiLAcQUA, una campagna di sensibilizzazione nata per disincentivare il consumo di bottiglie monouso in plastica. Lo scopo è quello di creare una rete di esercenti che rendano disponibili i propri rubinetti come vere e proprie fontanelle pubbliche. Alla campagna hanno aderito un centinaio di esercenti in Campania, Basilicata, Puglia, Toscana, ed a Milano.

«Noi li chiamiamo rubinetti gentili. Gli esercenti che scelgono di aderire mettono la locandina in vetrina e permettono ai cittadini di riempiere la propria borraccia. Qui la resistenza maggiore si registra nel settore della ristorazione, che chiaramente è interessato a vendere le bottiglie usa e getta. La politica all’estero già risponde, come in Francia ora, e in passato in Australia. In Italia abbiamo votato due sì per l’acqua pubblica, ma di concreto non c’è stato niente. La proposta è partita da Napoli, dove, nella scorsa consiliatura, la Municipalità V accettò di diffondere il progetto, ma manca concretezza da parte delle istituzioni», ha sottolineato Dario Catania.

@dalsociale24

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