«Sbarre. Di giorno filtrano illusioni. Spente dal buio dei pensieri per chi ho lasciato fuori». Questo è uno dei passaggi significativi di Io Sono te, il brano di Assia Fiorillo che racconta il mondo carcerario. Il carcere femminile. Con dentro le storie delle detenuti di Fuorni (Salerno) e di Pozzuoli. Ed è il brano che si è aggiudicato il premio Gianmaria Testa alle Fonderie Limone, nell’ambito del Festival Moncalieri Legge, curato dal circolo culturale Saturnio in collaborazione con Produzioni Fuorivia. «Ho provato, per quanto potessi, a creare un ponte, trascorrendo molte ore con loro, sono stata nelle loro celle e talvolta ho passeggiato tra le quattro mura dell’ora d’aria insieme a loro. Scrivere quel brano è stato un tentativo di portare luce a queste vicende e ogni volta che Io sono te approda in contesti come il premio Gianmaria Testa penso che un po’ ci sono riuscita», racconta Assia Fiorillo.

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A premiare Assia Fiorillo una giuria presieduta da Eugenio Bennato. Una giuria che ha premiato l’impegno sociale e civile di Assia Fiorillo attraverso la musica. Una musica che racconta appunto il carcere, ma anche la guerra, la propaganda. «Credo che la musica possa avere anche una funzione sociale importante. Può essere davvero in grado, grazie alla sua forza catartica, di scuotere le coscienze», ha aggiunto la cantautrice. Il brano – che si era già aggiudicato il premio Voci per la Libertà di Amnesty International Italia – è stato prodotto da Max D’Ambra, ed è la colonna sonora del documentario Caine di Amalia De Simone, girato interamente in due carceri femminili e andato in onda su RaiTre. Un testo scritto insieme alla giornalista e alle detenute durante le riprese del lavoro giornalistico di cui Assia e le donne detenute sono protagoniste.

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