La mafia in Emilia-Romagna

La mafia in Emilia-Romagna

L’intervista alla consigliera comunale di Bologna Giulia Di Girolamo

Nel corso dell’audizione di questa mattina in commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali il ministro dell’Interno ha parlato anche delle mafie al nord. Nello specifico Luciana Lamorgese ha fatto un passaggio sulla presenza della criminalità organizzata in Emilia-Romagna. Il ministro ha dichiarato che «nell’aprile del 2016 è stata accertata la presenza di un gruppo criminale in Emilia Romagna, di stampo mafioso, che effettuava numerosi investimenti dando vita e poi chiudendo società di comodo».

«Sono d’accordo col ministro. Le mafie in Emilia hanno sviluppato la capacità di infiltrarsi in maniera subdola. Questo ha creato una pericolosità maggiore. É noto che nelle regioni di approdo non sparano perché farebbe male agli affari. Si presentano con volto affidabile per portare avanti i loro affari illeciti nel settore economico, imprenditoriale e culturale», ha detto la consigliera delegata alla Legalità al Comune di Bologna, Giulia Di Girolamo.

Proprio questa mattina è giunta la notizia del mancato riconoscimento dell’aggravante mafiosa nel processo Black Monkey. Una decisione che segue quella del processo Mafia Capitale. «Un fatto che desta preoccupazione perché Mafia Capitale ha creato un precedente. Speriamo che venga riconosciuta nel ricorso», ha affermato la Di Girolamo. A gennaio riprenderà anche il processo Aemilia, per il quale è stata allestita l’aula nel carcere della Dozza a Bologna. «Un processo – ha detto la consigliera comunale – che è stato sentito pochissimo a Bologna. L’epicentro è nel reggiano, ma questo non vuole dire che non abbia riguardato anche Bologna».

Il Comune di Bologna è uno dei più attivi in Emilia-Romagna nel contrasto alle mafie e nell’educazione sul tema. Lo dimostra anche la rassegna Narrare le mafie. Quest’anno oltre a commercialisti e avvocati sono stati coinvolti anche agronomi, architetti e ingegneri. Tra i temi sono stati inseriti anche quello dei beni confiscati e degli eco reati. «Un percorso finalizzato a dare strumenti più puntuali a professionisti che si trovano a lavorare su questi temi». Non solo Narrare le mafie. Bologna porta avanti anche un percorso nelle scuole. «I ragazzi sono più interessati degli adulti a capire questo fenomeno. Il messaggio che mandiamo loro è di tenere occhi e orecchie aperti, e che è importante scegliere con questa consapevolezza la strada per il proprio futuro», ha affermato la consigliera delegata alla Legalità del Comune di Bologna.

Anche prima di Aemilia c’era chi rimarcava la presenza delle mafie in Emilia-Romagna. Il tema restava tra gli addetti ai lavori. Il rischio è che possa accadere lo stesso anche ora. Per questo crediamo «che sia necessario maggiore sinergia tra istituzioni ai diversi livelli e magistratura. Sono convinta – dice Giulia Di Girolamo – che sia necessario intraprendere azioni più decisive nel contrasto alle mafie anche a livello governativo».

Ciro Oliviero

Redazione
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