Coronavirus, l’allarme dalle carceri

Coronavirus, l’allarme dalle carceri

Le preoccupazioni dei detenuti delle carceri di Secondigliano e Santa Maria Caputa Vetere

In seguito alle disposizione del decreto di contenimento del Coronavirus per i detenuti si erano registrate diverse rivolte nelle carceri. Da Milano a Modena. Da Salerno a Frosinone. Da Napoli a Foggia fino a Palermo. Pochi giorni fa il Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia aveva mostrato i numeri delle detenzioni. A fronte di questi secondo lui il provvedimento adottato dal governo non porterà nei fatti un reale cambiamento. In molti casi le distanza non riescono ad essere rispettate.

Gli ultimi a farlo notare sono i reclusi nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Data la situazione di sovraffollamento carcerario molti detenuti stanno facendo lo sciopero della fame, della spesa. Ci sono tensioni tra i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria. Come riporta questa mattina il quotidiano Cronache di Napoli la preoccupazione riguarda anche l’assenza di stanze dedicate alla quarantena.

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I detenuti del reparto S4 del carcere di Secondigliano a Napoli hanno scritto una lettera. L’appello è rivolto al Papa, al presidente della Repubblica, al premier Conte, ai ministri della Giustizia e della Salute ed al governatore della Campania. Sottolineano di non aver partecipato alle rivolte per la sospensione dei colloqui in quanto resisi conto della gravità della situazione. Anche loro sottolineano l’impossibilità di rispettare le distanze di sicurezza. «Vi chiediamo un intervento concreto e tempestivo in quanto nelle realtà in cui viviamo potrebbe verificarsi una tragedia, scrivono».

Redazione
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