Un progetto di arte sociale per i detenuti

Un progetto di arte sociale per i detenuti

Il progetto è stato curato dal Collettivo Fx e Nemo’s e sarà presentato il 22 febbraio prossimo

Firenze. Presso la casa circondariale di Sollicciano, arriva l’arte sociale che permette ai detenuti di cmunicare con il mondo esterno. “Non me la racconti giusta” è un progetto sociale nato nel 2016 per iniziativa del magazine di arte e cultura contemporanea Ziguline, degli artisti Collettivo Fx e Nemo’s e del fotografo e videomaker Antonio Sena.

Giunto alla quarta esperienza presso il carcere di Sollicciano, dopo Ariano Irpino, Sant’Angelo dei Lombardi e le sezioni Vega e Andromeda della Casa circondariale di Rimini, il gruppo, attraverso l’Arte e la vicinanza ai detenuti, vive larealtà carceraria italiana, riportando all’esterno l’esperienza vissuta e le storie raccolte.

Oltre a cercare un ponte tra la dura vita carceraria e la vita esterna, l’appuntamento artistico è il primo esperimento sociale italiano a dare voce a chi vive l’esperienza penitenziaria. Gli artisti si focalizzano sui contenuti da rappresentare sui muri del carcere attraverso un grandissimo telecomando dipinto dove su ciascun tasto vi è la parola inscritta che identifica il sistema, gli stati d’animo, le privazioni, le carenze.

Sulla parete opposta, un’imponente mano-timbo che rappresenta il giudizio che in continuazione i ragazzi detenuti ricevono, tant’è che l’obiettivo primario resta quello di abbattere il “muro” di pregiudizi e alimentare la discussione su problematiche della vita penitenziarie più serie. Come lo stato psicofisco degli artisti e di tutti i detenuti.

Carmen Cretoso

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