Tutela donne vittime mafia

Tutela donne vittime mafia

Lo ha detto Cinzia Leone in un convegno al Senato

Le vittime della mafia non sono solo quelle che vengono uccise. Anche quelle che subiscono soprusi e violenza lo sono. Tra loro ci sono le donne che appartengono alle famiglie mafiose e che, anche se non sposano l’appartenenza criminale, sono soggiogate da padri, mariti, fratelli. Per queste donne è necessaria una maggiore attenzione. Lo ha sottolineato anche la senatrice e vice presidente della commissione sul femminicidio, Cinzia Leone.

Nel corso del convegno “Le voci della differenza, donne vittime di violenza di mafia che hanno il coraggio di denunciare”, la senatrice del M5S ha detto che «parliamo di persone che trovano la forza di rifiutare quel mondo e si trovano oppresse. La loro vita può svolgersi solo nella completa ipocrisia». Queste donne godono di molti privilegi, ma al contempo sono rese al apri di schiave, di matrone di tempi andati che pare sia stati fermati nel tempo nelle famiglie mafiose.

Ci sono donne che hanno provato a ribellarsi al potere mafioso che le sottometteva, ma «ogni volta che qualcuna si è voluta sottrarre a questa trappola, lo ha pagato col prezzo della vita o con la morte sociale. Quelle donne che educano i loro figli secondo dettami e principi lontani da quelli dell’ambiente in cui sono costrette a vivere ci insegnano il valore della dignità e del coraggio», ha detto Cinzia Leone. A volte l’unico modo per uscirne realmente queste donne lo trovano mettendo fine alla propria vita. Per la senatrice siciliana questa violenza deve essere combattuta anche attraverso la prevenzione nelle carceri, dove «ogni giorno si corre il rischio di creare mostri che una volta usciti sfogano la loro brutalità sulle donne in famiglia».

Redazione
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