Povertà assoluta nel Mezzogiorno

Povertà assoluta nel Mezzogiorno

Il commento della portavoce Alleanza contro la povertà campana

Numeri allarmanti quelli divulgati dallo Svimez, ma prevedibili. Il Mezzogiorno continua ad arretrare rispetto al Paese e quindi rispetto all’Europa. Il doppio divario nord-sud e Italia-Europa, la rottura dell’equilibrio demografico e l’aumento delle disuguaglianze tra cittadini e territori, evidenziano uno stato di salute del sud ancora fragile, in questa parte del Paese dove la disoccupazione, la povertà, dilagano con un’economia sempre più stagnante.

Cresce la povertà assoluta in Italia, soprattutto nel Meridione, dove si registrano gli stessi livelli della Romania (12%), con la particolarità che la povertà assoluta è cresciuta con un ritmo più veloce nel Sud . Continua a crescere anche la povertà relativa. Anche sotto il profilo dell’occupazionale il Mezzogiorno si allontana dal centro-nord, dall’inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Sud in 2 milioni, la metà dei quali under 34. E’ tornato ad allargarsi il gap occupazionale tra sud e centro-nord (nell’ultimo decennio è aumentato dal 19,6 al 21,6%). Nel primo semestre del 2019 la crescita dell’occupazione riguarda solo il centro-nord con 137mila posti di lavoro in più, ai quali si contrappone il calo nel Meridione, dove si contano 27mila posti in meno.

Assistiamo, inoltre, ad un progressivo peggioramento della qualità del lavoro, la diffusione di lavori precari e a bassa retribuzione hanno portato ad una forte crescita dei lavoratori a basso reddito e a rischio povertà. Il rapporto Svimez si concentra anche sull’impatto avuto dal reddito di cittadinanza nel mondo del lavoro. Analizzando i dati ho la sensazione che la misura al momento abbia avuto un’influenza molto debole sull’inserimento lavorativo: su circa 250mila percettori di reddito di cittadinanza già convocati dai centri per l’impiego, solo circa 70mila, pari a un decimo degli occupabili, hanno firmato il così detto patto per il lavoro, cioè la manifestazione della volontà del beneficiario del Reddito di Cittadinanza ad accettare proposte di lavoro, se ritenute opportune. L’introduzione del RdC, nonostante l’importante stanziamento di risorse che ha ampliato la platea dei beneficiari e, nonostante l’importo del contributo economico, non ha cancellato la povertà.

Non voglio demolire il Reddito di Cittadinanza, ma bisogna provare a costruire una struttura appositamente connessa al fine di monitorare e suggerire possibili aggiustamenti della misura. Questo è un tema su cui occorrerebbe sgombrare il campo da populismo e demagogia. Lo sviluppo, l’occupazione, la lotta alla povertà sono cose serie: servono risorse, un sistema in grado di offrire reali opportunità di lavoro a chi non ce l’ha e azioni di accompagnamento alle fragilità. Ribadisco, con forza, la necessità di mantenere lo stanziamento delle risorse previsto dalla legge di bilancio dello scorso anno e di mettere in atto i correttivi utili per raggiungere tutte le persone escluse o penalizzate dai parametri di accesso e di erogazione della misura, come i senza dimora.

Serve un rafforzamento dell’infrastruttura dei servizi pubblici territoriali, a partire da quelli sociali, per un’adeguata presa in carico dei soggetti in condizione di fragilità. Salvaguardando la dotazione del Fondo dedicato, va rimodulata la scala di equivalenza, attualmente penalizzante i nuclei numerosi e con minori, estendendo la misura ai cittadini extracomunitari, discriminati in modo inaccettabile dalla normativa in essere. Va mantenuta la centralità della rete dei servizi pubblici sul territorio e la necessità della loro azione integrata nel rispondere alla multidimensionalità della condizione di povertà. Dobbiamo uscire dalla logica del sussidio monetario puntando verso un progetto più ampio di inclusione sociale. Non solo trasferimenti monetari, servono trasferimenti di dignità. La povertà non è solo mancanza di lavoro, non esiste la povertà, ma le povertà (educativa, abitativa, relazionale, minorile).

Una risposta vera, concreta per rispondere ai 5 milioni di persone che in Italia vivono in povertà assoluta, 2,4 milioni di questi vivono al sud: attivazione ed inclusione per la fuoriuscita dallo stato di bisogno, una presa in carico complessa e articolata attraverso la costruzione di un progetto personalizzato cucito sulla persona.

Melicia Comberiati
Portavoce Alleanza contro la povertà campana

Redazione
ADMINISTRATOR
PROFILE

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Skip to content