La rinascita delle Soglietelle

La rinascita delle Soglietelle

Tra le aree protette regionali ai sensi della legge regionale 33/1993, dove, da qualche anno, è possibile assistere a spettacoli unici

Parafrasando un carissimo amico, la potremmo definire un’alba liternina. Ed è uno degli spettacoli ai quali è possibile assistere quando le giornate iniziano ancor prima del levare del sole per monitorare l’avifauna presente e in passaggio lungo i 100 ettari della zona umida denominata Le Soglitelle, nel comune di Villa Literno. Area di notevole interesse naturalistico, inclusa nelle aree protette regionali ai sensi della legge regionale 33/1993, presso la quale da diversi anni grazie al costante impegno responsabili scientifici dell’Istituto di Gestione della Fauna, dagli operatori e dai volontari della Stazione di Monitoraggio della Fauna I Variconi e Le Soglitelle, è possibile assistere a spettacoli unici. Come l’affasciante stazionare di un nutrito gruppo di fenicotteri, senza dubbio attrazione principale agli occhi di un pubblico abituato negli anni a pensare queste terre unicamente come desolate e degradate, prese in mezzo al grave fenomeno degli sversamenti e dei roghi di rifiuti (che pure si verificano tutt’oggi), e senza speranza di riscatto e rinascita.

Rinascita che invece si sta verificando in termini reali e concreti, come dimostrano le evidenze scientifiche rilevate proprio grazie al lavoro dei responsabili della stazione di monitoraggio, racchiuse in articoli tecnici appositi pubblicati di recente, e che testimoniano eventi particolarmente rilevanti per la comunità scientifica e di esperti del settore, come la nidificazione in Campania della Volpoca, l’inanellamento nel periodo tardo invernale del Cannareccione e l’espansione dell’Ibis sacro. Eventi che testimoniano da un lato l’evoluzione di un habitat che alcune specie ritengono idoneo alla loro condizione di vita, e dall’altro sono segnali di un clima che cambia, rendendo lo stesso territorio idoneo alla presenza di specie aliene proprio come l’Ibis sacro, la cui presenza in aumento suscita non poche perplessità.

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Complessivamente, dati che al netto dell’impatto antropico segnano la direzione di come prendersi cura di un territorio. Nota conclusiva, ma estremamente importante. Parliamo di attività svolte su base volontaria. Spinte unicamente dalla passione e dall’amore per un territorio dalle potenzialità straordinarie, che non può e non deve essere mai più snobbato dalla politica e dalle istituzioni chiamate a uno slancio per fare in modo che il tutto diventi sistema nelle politiche di tutela ambientale della nostra terra.

@VinsViglione

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