L’indice di permeabilità alla criminalità organizzata

L’indice di permeabilità alla criminalità organizzata

Le prime due province per permeabilità della criminalità organizzata sono Crotone e Vibo Valencia

Vulnerabilità e appetibilità dei territori. Questi i due fattori sui quali si concentra l’indagine di Eurispes per calcolare l’indice di permeabilità alla criminalità organizzata delle province italiane. 163 gli indicatori specifici su cui è stato costruito l’indice. Con questi parametri sono state analizzate le singole province italiane. Non solo quelle del sud sono fortemente permeabili alle mafie, anche se i valori più elevati li presentano le province calabresi e campane. Le prime due sono Crotone e Vibo Valencia, rispettivamente con valori di 108,62, e 107,29. Terza è Napoli con 106,89. Quarta è Reggio di Calabria con 106,88.

All’ottavo posto c’è Imperia, prima provincia del nord. Le province meno esposte alla criminalità organizzata sono Monza, Como, Udine, Pordenone, Lecco. Crescono le province di Milano, Roma, Chieti, Siracusa e Messina. Calo di 8,38 punti per Bolzano, di 4,86 per Matera, di 4,74 per Terni, di 4,70 per Lodi. Lo studio si inserisce nel protocollo d’intesa tra Eurispes e la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Alla presentazione del rapporto il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ha sottolineato che «le modalità con cui l’infiltrazione e il radicamento sul territorio avvengono, mutano a seconda del gruppo criminale, del momento storico e delle caratteristiche intrinseche dei territori. Ciò comporta che la permeabilità ha una natura complessa e multidimensionale che non può essere ridotta esclusivamente a un fenomeno di violenza ma deve essere analizzata attraverso una più ampia lente socio-economica».

Redazione
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