Pochi giorni fa il tribunale di Napoli ha condannato l’ex neomelodico, Aniello Imperato, in arte Nello Liberti, per la canzone del 2004 ‘O capoclan. Un anno e quattro mesi per istigazione a delinquere. Alla notizia della condanna cooperanti e volontari di Radio Siani hanno espresso la propria soddisfazione. I componenti della Radio della Legalità di Ercolano si augurano che questa condanna condurre Liberti a chiedere scusa alle famiglie delle vittime innocenti di camorra, in particolare quella di Salvatore Barbaro, giovane aspirante cantante.

«Siamo nati per contrastare questo tipo di messaggi e narrazione. Spero che adesso si capisca ulteriormente e meglio l’azione d’argine del nostro progetto. La Radio e la Cooperativa Giancarlo Siani sono nate proprio per contrastare e contrapporsi a quell’azione contro culturale e degenerativa che rappresentava Radio Carcere e la sua mentalità camorristica», ha dichiarato il presidente della cooperativa, Giuseppe Scognamiglio.

Radio Carcere è stato negli anni d’egemonia criminale ad Ercolano il mezzo di comunicazione del clan Birra-Iacomino. Una radio abusiva attraverso la quale venivano trasmesse canzoni e dediche agli affiliati al clan in carcere. Un mezzo per lanciare messaggi di morte, come gli inquirenti hanno dimostrato nel lungo lavoro di indagine che ha portato allo smantellamento del clan Birra-Iacomino.

«Le canzoni sono un potente mezzo di comunicazione, possono e devono affrontare temi sociali, storie di proteste e momenti storici», ma «qui – si legge nel comunicato – siamo difronte ad un brano pro camorra ed è inaccettabile quello che è accaduto. Ancor di più oggi, in questo momento storico della nostra società sempre più priva di anticorpi morali».