Non esisterà al mondo una bimba che non abbia giocato con la Barbie. La bambola più amata in assoluto compie sessant’anni e per l’occasione diventa sociale. O meglio diventa di tutte. Bella, perfetta, amata ed alla moda. Ma perchè deve essere soltanto la bellezza assoluta ed oggettiva a segnare i pomeriggi di gioco in una età in cui ogni piccolo particolare può essere strumento d’insegnamento? Se lo sono chiesti in tanti, alla Mattel, azienda fortunata che ha creato e messo in distribuzione la bambola più popolare. E’ così, dopo una serie di riflessioni, arriva la notizia più importante della storia della bambola: Barbie è in sedie a rotelle, Barbie ha una protesi alla gamba che può togliere in momenti particolari della sua quotidianeità.

E dopo la la Barbie africana, dal color cioccolato, ecco la seconda svolta sociale della Mattel «Vogliamo dare nuovo impulso al dialogo sul tema della disabilità» spiegano dall’azienda americana.

Da giugno, entrambe le bambole saranno in vendita. Alla realizzazione della bambola con una protesi alla gamba ha collaborato Jordan Reeves, 13enne nata senza un braccio, cofondatrice dell’associazione «Born Just Righ». La Barbie, avrà una protesi staccabile «perché assomigli in tutto e per tutto all’esperienza che fanno le persone che hanno questo tipo di disabilità». La Barbie con la sedie a rotelle, invece, è stata disegnata e realizzata in collaborazione con l’Ucla Mattel Children’s Hospital di Los Angeles.

Previsto un boom di vendite ma anche di sorrisi genuini.

Carmen Cretoso