I numeri possono essere letti come fredde statistiche, ma non quando si parla di persone. Soprattutto se quelle persone sono morte. Uccise. L’Istat dice che nel 2019 gli omicidi sono stati in calo (315) del 30 per cento rispetto all’anno precedente. Di questi 101 sono femminicidi. E quelli sono in aumento. Soprattutto in ambito familiare o affettivo. Il nuovo anno purtroppo non è iniziato meglio. Dopo poco più di un mese sono già 7 le donne uccise. L’ultimo fine settimana ha segnato la crescita di questo trend con 3 omicidi a Palermo, Pedriano di San Giuliano Milanese e Faenza. Tra le vittime di questo 2021 anche una bambina di 18 mesi torturata e uccisa dal compagno della madre. 

Una tragedia che «non riguarda solo le vittime e i loro cari ma tutti noi», ha commentato la capogruppo M5S in commissione d’inchiesta sul Femminicidio, Alessandra Maiorino. «Mai come oggi dobbiamo dedicare ogni sforzo collettivo su temi come la parità di genere, la cultura della parità, la prevenzione, l’educazione nelle scuole. Servono investimenti massicci di denaro, competenze e tempo per costruire una forte rete di protezione, puntando sull’educazione emotiva, sui percorsi per gli uomini maltrattanti, sull’aumento dei centri antiviolenza, sul rafforzamento della consapevolezza delle donne rispetto al proprio ruolo, alla tutela di sé e della propria dignità», ha aggiunto la senatrice.

Sul tema è intervenuta anche la consigliera delegata alle Pari opportunità della Regione Campania, Rosetta D’Amelio. «Dobbiamo intervenire con le leggi che abbiamo a disposizione, con la repressione, potenziando la rete di assistenza sanitaria e sociale, ma soprattutto puntando sul ruolo fondamentale della scuola e sull’educazione culturale delle giovani generazioni per cambiare alla radice la nostra mentalità, scardinare stereotipi antichi ed elaborare nuovi modelli che pongano al centro l’autonomia femminile, il rispetto per le donne e il valore della differenza di genere come leva di cambiamento delle relazioni tra uomini e donne».

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