Suljagić racconta il massacro di Srebrenica

Suljagić racconta il massacro di Srebrenica

La carneficina di Srebrenica del luglio del 1995 fu la prima ad essere riconosciuta dal Tribunale dell’Aja come crimine di guerra

Tra l’11 e il 19 luglio del 1995, le forze serbe di Bosnia, guidate dal generale Ratko Mladić, trucidarono a Srebrenica tra i settemila e gli ottomila uomini e ragazzi musulmani. Il giornalista e politico bosniaco Emir Suljagić ripercorre quella vicenda, mettendola nero su bianco in Cartolina dalla Fossa – Diario di Srebrenica. Da una settimana in libreria per Marotta&Cafiero, il libro ci riporta nel teatro di guerra della Bosnia ed Erzegovina del 1995, nel pieno del peggior massacro in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Cartoline dalla fossa fa parte della collana Le Zanzare della casa editrice napoletana.

Uno scenario che visto con gli occhi della modernità appare irreale ma che invece ha portato un velo di morte e terrore su un intero popolo segnando una delle pagine più nere del nostro continente. La carneficina di Srebrenica fu la prima ad essere riconosciuta dal Tribunale dell’Aja come crimine di guerra. «Un libro che ci riporta nel cuore dell’Europa e che disegna precisamente il momento in cui il mondo decise di voltare la faccia dall’altra parte, senza fare nulla. Una ferita ancora aperta per il popolo bosniaco», dichiara il direttore editoriale della Marotta&Cafiero, Rosario Esposito La Rossa.

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Lo stesso Emir Suljagić sa cosa significa fuggire da un massacro. L’autore all’età di 17 anni fuggì dalla pulizia etnica e si rifugiò a Srebrenica. Direttore del Memoriale del genocidio di Srebrenica, oggi insegna Studi sulla pace e sui conflitti. È stato vincitore del Dayton Literary Peace Prize e del Karim Zaimović Best Premio Giornalista under 25.

@dalsociale24

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