Per i ministeri della Salute e dell’Istruzione e prr l’Istituto Superiore di Sanità è necessario «garantire la continuità scolastica in presenza e di prevedere il minimo impatto delle misure di mitigazione sulle attività scolastiche». Gli ultimi due anni scolastici sono stati infatti caratterizzati dalla pandemia. Scuole chiuse a lungo anche senza apparenti motivi. In alcuni regioni più che in altre. Senza apparenti motivi. Quest’anno le cose dovrebbero cambiare. Almeno nelle intenzioni del governo per gli affari correnti.

In questi giorni stanno risuonando le campanelle in molte regioni italiane. Un anno che si preannuncia diverso. Un ritorno ante Covid per le scuole e per gli studenti. Anche per quelli con disabilità. Secondo le indicazioni, infatti, l’inizio di questo anno scolastico dovrebbe coincidere con l’entrata in vigore dei nuovi Piani Educativi Individualizzati, fissati dal decreto interministeriale 182/20.

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«Purtroppo siamo certi – scrive il presidente di Fish, Vincenzo Falabella – che anche quest’anno i nostri alunni e alunne con disabilità non potranno iniziare l’anno scolastico come tutti e tutte, a causa di vari problemi, tra cui una serie di questioni croniche tuttora irrisolte. Ma in ogni caso un messaggio di augurio va a tutti e tutte, per far sì che la sfida di un nuovo anno scolastico, che riguarda tutto il Paese, riparta al meglio. E perché questo succeda, c’è bisogno di coesione, serve collaborazione, solidarietà e lucidità da parte di tutti», aggiunge il presidente di Fish.

Altra criticità riguarda gli insegnanti di sostegno. Solo in Lombardia gli studenti con disabilità sono aumentati dell’11 per cento rispetto allo scorso anno. Le stabilizzazioni dei docenti di sostengno sono ferme. «A pagarne le conseguenze sono gli alunni che assistono a un valzer di nomine e sostituzioni», aveva detto ieri al Corriere della Sera il segretario della Federazione lavoratori della conoscenza di Cgil Lombardia, Tobia Sertori.

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