Un dato medio rivela picchi agghiaccianti quando in singole macro aree, come per la fauna selvatica di America Latina e Caraibi
Quella emersa dai dati dell’ultimo report Living Planet del Wwf è una strage silenziosa. Presentato a Roma due giorni fa, secondo il rapporto negli ultimi 50 anni la popolazione di vertebrati sul pianeta è crollata del 69 per cento. Un dato medio che rivela picchi agghiaccianti quando si guarda alle singole macro aree, come nel caso del condizione della fauna selvatica di America Latina e Caraibi che nello stesso periodo è diminuita addirittura del 94 per cento.
Una vera e propria strage silenziosa, quella evidenziata dal Wwf, lontanissima dai media che ha nella pressione antropica e nelle conseguenti alterazioni climatiche la causa scatenante, e che chiama tuti i paesi del mondo ad assumersi responsabilità importanti in questo senso. Soprattutto in vista dell’imminente 15esima Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (Cbd Cop15), che si terrà a dicembre ed è un appuntamento fondamentale per affrontare un’urgenza improcrastinabile ai fini della tutela degli ecosistemi, del nostro unico pianeta e della vita su di esso.
LEGGI ANCHE: Comunità energetiche contro caro energia
E l’Italia ha un compito importante in questo panorama, vista la sue caratteristiche. Il nostro Paese infatti, con 576 specie di vertebrati terrestri e 96 marine, e complessivamente 57mila specie viventi se si include anche la flora, rappresenta l’hotspot più importante del Mediterraneo. E non possiamo permetterci nessun ulteriore scelta politica che metta a repentaglio i nostri delicati ecosistemi. Bisogna dare rapida attuazione alla recente modifica costituzionale con la quale attraverso le modiche agli articoli 9 e 41 si è deciso di imporre una direzione chiara in termini di tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi, nell’interesse delle future generazioni.