L’iniziativa promossa dal Comitato don Peppe Diana e da Libera
Un pacco del tutto nuovo quello presentato ieri mattina a Casa don Diana in occasione della quattordicesima edizione dell’iniziativa Facciamo un pacco alla camorra promossa dal Comitato don Peppe Diana e da Libera. Presenti Diego Belliazzi della Fondazione Polis e Paolo Siani, fratello di Giancarlo, cronista ucciso dalla camorra nel 1985. Non un pacco, ma più pacchi, che non avrebbero ormai più trovato il solito spazio all’interno di un solo contenitore di prodotti, di storie, di esperienze.
Quelle esperienze di rigenerazione sociale, territoriale ed economica di tante comunità che per anni hanno subito i nefasti effetti del dominio camorristico e che oggi, grazie a un duro e costante lavoro di recupero di soggetti fragili, diventati loro stessi autentici protagonisti di tali esperienze, rappresentano la dimostrazione più tangibile di come sia possibile vivere in maniera alternativa, sana e solidale. Il tutto grazie a un concetto tanto semplice quanto potente che è quella della cooperazione sociale, oggi vero e proprio modello sociale ed economico basato essenzialmente sulle relazioni. Relazioni che hanno messo insieme persone, voglia di riscatto e voglia di fare rete, costruendo vere e proprie comunità resilienti, ed educanti alle quali guarda con interesse sempre più grande tanto il mondo dell’assistenza socio sanitaria quando quello delle imprese.
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Un Pacco quindi che si ripropone e si rinnova dando ancora più valore a tutte quelle storie di emersione dalle emergenze e dalle difficoltà ereditate da lunghi anni di degrado sociale ed economico. «Un pacco – ha affermato Simmaco Perillo, presidente del consorzio Nco e della coop Al di là dei sogni nel suo intervento – come un seme che quando finisce nella terra muore per far germogliare i suoi frutti, oggi muore per liberare tutte le esperienze che fino ad oggi lo hanno caratterizzato».
@VinsViglione