Nasce Oso, l’abbigliamento etico

Nasce Oso, l’abbigliamento etico

I capi della sono realizzati sia nel rispetto dell’ambiente che con il sostegno a persone fragili impiegate da tre sartorie sociali

Vestire etico ed inclusivo. Questo il concetto alla base di Oso, la linea di abbigliamento etica e sostenibile lanciata dalla catena di supermercati NaturaSì. I capi sono realizzati sia nel rispetto dell’ambiente che con il sostegno a persone fragili. Cinque capi, dei quali tre unisex e due da donna. Una t-shirt, una felpa, un kimono, una blusa a mezze maniche, una felpa smanicata. L’idea è consentire che i capi possano essere indossati tutto l’anno, magari con l’aggiunti accessori e tinture vegetali che saranno realizzate e commercializzate per la collezione autunnale. Tra gli obiettivi principali di questo progetto di moda ecosostenibile e inclusiva, i giovani come primi destinatari.

Gli abiti sono realizzati con il contributo di tre sartorie sociali sparse sul territorio nazionale. C’è Quid, una cooperativa sociale che realizza abbigliamento da tessuti di eccedenza in provincia di Verona. Made in Goel, gruppo cooperativo di moda etica che punta ad un cambio di visione della Calabria. E fatto@scampia, il marchio della cooperativa sociale La Roccia del quartiere napoletano di Scampia. Due i capi realizzati dalla coop della rete Confcooperative Federsolidarietà Campania: la felpa smanicata (in tessuto misto di cotone e alghe, unisex, taglie M e L) e la blusa a maniche corte (in tessuto di bambù, taglie M e L). Oltre che online tutti i capi potranno essere acquistati in diversi punti vendita. In Campania saranno reperibili nei punti vendita di Napoli ai Colli Aminei e via Petrarca e in quelli di Aversa e Caserta.

«Le parole d’ordine di questa nuova sfida sono: inclusione, condivisione, rispetto per la terra e la sua fertilità̀, sostegno alle persone più fragili. Per la nostra cooperativa il progetto Oso di NaturaSì è un’opportunità, nonché la riprova che le sinergie tra il mondo profit e no profit non solo sono possibili, ma necessarie», spiega Massimo Pepe, nel consiglio di amministrazione della cooperativa sociale La Roccia. Persone fragili che la coop coinvolge, oltre che nel laboratorio sartoriale, anche in quello di cartotecnica, impiegando, in totale, una decina di persone, quasi tutte donne. La Roccia impegna inoltre i giovani del territorio in un percorso di alternanza scuola-lavoro, che mira a contrastare la dispersione scolastica. 

@dalsociale24



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