L’inclusione si fa attraverso il cibo

L’inclusione si fa attraverso il cibo

Il presidente Conte assaggerà i piatti di Tortellante, Banda Rulli Frulli e Pizzaut

L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è un tema che spesso resta materia esclusiva di dibattito. La pratica non è cosa nella quale le istituzioni entrano come potrebbero. Resta un’azione appannaggio di quanti la praticano ogni giorno. Come i familiari e le associazioni che si occupano delle persone con disabilità. Tra le realtà che praticano l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità ed autismo ci sono il Tortellante di Modena, la Banda Rulli Frulli di Finale e Pizzaut di Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano.

I giovani di queste tre associazioni cucineranno in piazza a Montecitorio fra poche ore. Prepareranno pizza e tortellini a bordo di un foodtrack. Appuntamento dalle 18.30 alle 21. All’iniziativa prenderanno parte il presidente del Consiglio Conte, il presidente della Camera Fico, i ministri Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Non solo cibo. I giovani delle tre associazioni suoneranno strumenti realizzati con materiale di riciclo.

In Italia sono 600mila le persone con autismo. Il 99 per cento non accede al mondo del lavoro. Per cambiare rotta il senatore di Italia Viva, Eugenio Comincini, ha presentato un disegno di legge sulle start-up sociali innovative. La proposta intende sostenere progetti imprenditoriali come quelli del Tortellante, della Banda Rulli Frulli e di Pizzaut. Il disegno di legge è stato assegnato all’11ª Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), ma non è ancora iniziato l’esame.

«Siamo felicissimi di essere qua. In una piazza che solitamente è di proteste, noi porteremo delle proposte. Lo faremo cucinando e servendo pizze per dimostrare e raccontare che questi ragazzi posso lavorare», sottolinea il fondatore di Pizzaut Nico Acampora. «In questo momento sono una spesa sociale. Se inseriti nel mondo del lavoro in primis stanno meglio, e poi pagano le tasse e diventano contribuenti. Una piccola rivoluzione nel sociale nella quale abbiamo scommesso», aggiunge Acampora. In questo momento a Pizzaut lavorano 10 persone. Si punta a 15 entro dicembre. Accanto al ristorante – temporaneamente chiuso per l’emergenza – e al foodtrack è stata istituita una piccola accademia per formare nuovi ragazzi alla ristorazione. «Affrontiamo queste esperienze col sorriso sulle labbra pensando alle abilità e non alle disabilità dei ragazzi», conclude Nico Acampora.



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