Crescono la cura e la promozione della sostenibilità nel lavoro della designer Giulia Mondolfi. Il suo atelier Alberta Florence ha deciso infatti di affidare alla cooperativa sociale Alice e ai laboratori sartoriali che gestisce nel carcere di San Vittore la realizzazione dei suoi capi. Tra questi la realizzazione del tubino, biglietto da visita dell’atelier, l’abito a ruota Boboli, le gonne a ruota dalle mille righe e fantasie, e una serie inedita di pochette gioiello dal gusto orientale, realizzate in sete e damaschi.

Non è la prima volta che la designer punta sull’impegno sociale. Prima di questa esperienza aveva infatti già affidato la realizzazione di alcuni capi alla onlus Il Laboratorio di Quarto Oggiaro e alla cooperativa Flo Manifacturing di Firenze. L’esperienza oltre che essere formativa per gli operatori e gli utenti della realtà del terzo settore, è stata e continua ad essere formativa anche per la stessa designer, come lei stessa ha sottolineato.

«Realizzare abiti all’interno di un progetto di economia sostenibile – dichiara Giulia Mondolfi – è un’idea che nutrivo da tempo, e a Milano sono riuscita a trasformarla in realtà. Con Il Laboratorio di Quarto Oggiaro prima, e ora con la cooperativa Alice stiamo dimostrando che è possibile creare abiti di alta sartoria e prêt-à-porter a un costo contenuto, promuovendo un circolo virtuoso a sostegno delle situazioni socialmente più fragili».

La presidente della cooperativa Alice, Caterina Micolano, ha sottolineato che «quando riceviamo una proposta di collaborazione da parte di un brand che ama il made in Italy siamo sempre emozionate e fiere. Siamo orgogliose di far parte del sistema produttivo della fashion industry che ha tanto da dire al mercato (non solo italiano), e grate di essere state scelte come interlocutore».