Le comunità energetiche in Campania

Le comunità energetiche in Campania

Stamattina un’audizione in terza commissione permanente del Consiglio regionale della Campania

Anche se non più centrale nel dibattito politico degli ultimi mesi, quello delle comunità energetiche rinnovabili resta un tema estremamente prioritario in termini di risposte concrete ai rincari energetici che continuano a mordere il portafoglio di tantissime famiglie. Ben venga quindi l’audizione che stamattina si è tenuta in terza commissione permanente del Consiglio regionale della Campania, nella quale si è discusso proprio dei provvedimenti attuativi propedeutici all’attuazione di norme nazionali in tema di comunità energetiche.

Ai lavori presieduti dal presidente Mino Mortaruolo sono intervenuti il sindaco di Caserta, Carlo Marino, che nella veste di presidente dell’Anci Campania ha invocato il decreto attuativo nazionale utile a dare seguito alle iniziative messe in campo da Anci nazionale tra cui la mappatura delle cabine Enel, fondamentale per definire i criteri di allaccio e distribuzione, e le interlocuzioni con associazioni dei consumatori, Confcooperative e numerose realtà del terzo settore che attendono di poter replicare al più esperienze di successo.

Un’urgenza necessaria ad incrementare le 35 comunità attive oggi in Italia, a fronte delle 500 operanti in Germania, sulla quale, come ribadito dal presidente Marino, è indispensabile un cambio di passo da parte del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin al quel viene chiesto di accogliere alcune modifiche suggerite da Anci, in mancanza delle quali l’associazione dei comuni annuncia barricate in quanto alle condizioni attuali non vi è convenienza da parte dell’impegno dei comuni.

A rimarcare un ulteriore cambio di paradigma, utile all’attuazione delle Cer, anche l’associazione dei piccoli comuni che ha posto l’accento sui vincoli che in molti centri storici creano un forte ostacolo allo sviluppo di tali iniziative. È stata suggerita infatti la revisione dei vicoli gravanti nei centri storici, necessarie a a consentire l’installazione di pannelli fotovoltaici opportunamente integrati negli edifici per non stravolgerne le caratteristiche storico artistiche.

Inutile quindi concentrarsi su misure che possono risultare dei timidi palliativi come il Price cap, se non si mettono gli edifici e le famiglie in condizioni di poter essere indipendenti dal punto di vista energetico. E ci si augura che dopo il pasticciaccio fatto sul superbonus, il governo si dimostri più ragionevole e attento.

@VinsViglione

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