La libertà di stampa

La libertà di stampa

26 anni dall’istituzione della Giornata mondiale della libertà di stampa

Il 3 maggio si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa. Istituita nel 1993 dalle Nazioni Unite la ricorrenza compie oggi 26 anni. Anni fatti di successi, ma anche di sconfitte. Di libertà vere e velate. Pensate e imprigionate.

Eccezion fatta per alcuni casi di ingerenze, anche gravi, della politica, la stampa italiana gode di libertà. Quantomeno sulla carta. Ma la mancanza di libertà a cui spesso è soggetta non è determinata da terzi. Non dalla politica o dalle lobby di potere. Che anche ci provano. Ne sono chiaro esempio le querele temerarie. E le minacce che quotidianamente i cronisti subiscono. Spesso nel silenzio. Nell’impossibilità di difendersi con i 3 euro a pezzo che si riescono a portare a casa anche con fatica. Spesso, molto spesso, le restrizioni a cui è soggetta la stampa del Belpaese vengono dall’interno. Arrivano da chi avrebbe il compito di lasciarla libera. Da chi governa e dirige le realtà editoriali. Anche senza dirlo in maniera chiara. Anche pagando un video 5 euro. Anche quella è restrizione.

Un passaggio dell’articolo 21 della Costituzione italiana recita che «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure». Parole che spesso vengono dimenticate. Anche dagli stessi cronisti che mettono la penna su carta o battono i tasti di un computer. Se vediamo una cosa, raccontiamola. Non abbiamo paura. Perchè c’era una volta la libertà di stampa e, forse, c’è ancora.

Ciro Oliviero

Redazione
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