L’intervista al presidente di Fish Campania, Daniele Romano, sugli Stati Generali Disabilità e Salute
Venerdì 23 giugno si terranno a Napoli gli Stati Generali Disabilità e Salute. Un’occasione per discutere dello stato dei servizi sociosanitari nella regione. L’iniziativa è organizzata da Fish Campania e Anffas Campania. Ne abbiamo parlato con il presidente di Fish Campania, Daniele Romano.
Il tavolo del confronto degli Stati Generali Disabilità e Salute è altamente rappresentativo sul piano istituzionale. Cosa vi aspettate emerga?
«Ci aspettiamo che quanto proporremo il 23 sarà poi realizzato dalle istituzioni regionali e nazionali. In Campania è necessario un cambio di passo, perché ad oggi le politiche che riguardano le persone con disabilità e le loro famiglie sono ancora incentrate su una visione protezionista ed è necessario passare da una concezione di prestazione ad un’idea di presa in carico reale, che metta al centro la persona con disabilità rispettando le sue aspettative ed esigenze, che non devono essere solo quelle della cura ma in una reale autodeterminazione, autonomia e libera scelta».
In platea saranno presenti anche i rappresentanti degli ambiti territoriali, delle Asl. Quanto è necessario un confronto anche con queste istituzioni?
«Da sempre la nostra rete Associativa si è confrontata con le varie istituzioni, ottenendo anche buoni risultati, come per esempio l’avviso pubblico che finanzia oggi con la legge 112 i progetti del dopo di noi. Ad oggi in Campania abbiamo circa 500 progetti, è questo risultato si è raggiunto proprio con il confronto a partire con l’Assessore Fortini, che da subito ha condiviso questa modalità. Ovviamente oggi questo non basta, chiediamo un maggior investimento di risorse proprio per aumentare il numero di quei progetti, che permettono di migliorare la qualità di vita di tante persone con disabilità e delle loro famiglie».
Qual è lo stato dei servizi sociosanitari in Campania?
«In Campania purtroppo non esiste regalmente un sistema socio sanitario efficace, perché purtroppo non c’è collaborazione tra questi due settori e non solo a livello regionale. Riteniamo invece anche qui un cambio di passo, soprattutto che ci sia maggiore collaborazione a livello territoriale tra gli ambiti sociali e i distretti sanitari. È necessario realizzare politiche unitarie per la disabilità, partendo che senza progetto personalizzato non è possibile realizzare nessun percorso ne’ sociale ne’ sanitario. Non esiste una risposta concreta in questo settore per tutte le disabilità intellettive e i disturbi del neurosviluppo che si trovano nella fase di transizione delle età adulta».