Il caro energia colpisce le coop sociali

Il caro energia colpisce le coop sociali

L’organizzazione datoriale segnala che per la sola energia elettrica sono previsti aumenti fino al 300 per cento

Prima il gas. Poi l’energia elettrica e l’acqua. Tutte le utenze stanno aumentando. Dal privato cittadino agli esercizi commerciali. Rispetto allo scorso anno è previsto un incremento complessivo medio dei costi per gas, energia elettrica, materie prime e forniture di circa il 600 per cento. Dopo che alcune pizzerie hanno inserito sugli scontrini i costi delle utenze, altri cittadini hanno iniziato a protestare contro i rincari in diversi modi. Da nord a sud. Stamattina un centinaio di aderenti al movimento disoccupati 7 novembre di Napoli hanno dato fuoco alle fatture delle forniture di gas ed energia elettrica. Una protesta contro il caro energia che vede partecipare tutti gli attori del Paese. Anche le cooperative sociali che, senza scendere in piazza, manifestano la preoccupazione per il caro energia attraverso Legacoopsociali.

L’organizzazione datoriale segnala che per la sola energia elettrica sono previsti aumenti fino al 300 per cento. A testimoniarlo ci sono già le fatture delle utenze arrivate alle cooperative. E non solo. Ed in autunno i costi dovrebbero essere destinati ad incrementare ancora. Una spesa che per la maggior parte degli enti sarà impossibile da sostenere. Questi rincari, come evidenzia Legacoopsociali, mettono a rischio i servizi di welfare e sociosanitari. Colpiscono un settore che si occupa delle persone più fragili, come anziani non autosufficienti, sofferenti psichici, persone con disabilità. Servizi essenziali sui quali non è possibile risparmiare. E, quando sono espletati per conto del pubblico, non possono neanche essere interrotti per legge.

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Basti pensare ai servizi diurni e residenziali, all’assistenza domiciliare. I rincari, si legge nel comunicato di Legacoopsociali, «mettono a repentaglio la sopravvivenza delle cooperative sociali il che significa perdita di posti di lavoro e di servizi di qualità in un momento come quello che sta attraversando il Paese dove l’inflazione cresce vertiginosamente all’8,5% e i bisogni di persone e famiglie si sommano alle gravi fratture sociali». A novembre 2021 le 15mila cooperativi sociali italiane si prendevano cura di 7,2 milioni di persone. Il 12 per cento della popolazione. Oltre 480mila gli occupati nel settore, dei quali oltre il 50 cento è donna. Numeri che aiutano a spiegare la forte preoccupazione espressa dalla cooperazione sociale.

«Il welfare è un settore produttivo di salute e benessere sociale nonché di ricchezza economica per le comunità e di regolari posti di lavoro. Per questo – ha detto la presidente nazionale di Legacoopsociali, Eleonora Vanni – occorrono interventi mirati e immediati che non lo penalizzino portando al collasso un sistema di imprese e di cooperative sociali che operano in qualità e nel rispetto delle regole».

@dalsociale24

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