La Convenzione di New York del 20 Novembre 1989 sui diritti del fanciullo – resa esecutiva in Italia dalla legge 176/1991 – sancisce la parità di trattamento di tutti i minori sotto il profilo sanitario, a prescindere da qualsiasi altra condizione. Un principio che è stato incardinato all’art. 63 del dpcm del 12 gennaio 2017 sui livelli essenziali di assistenza sanitaria. Ma non tutte la aziende sanitarie davano seguito a queste disposizioni. La Ulss 3 del Veneto non forniva ai minori stranieri un pediatra. Si è resa necessaria l’ordinanza del 19 ottobre della sezione Lavoro del tribunale di Venezia per affermare il diritto al pediatria di base per i minori stranieri residenti sul territorio.

La legge italiana prevede che «i minori stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno sono iscritti al servizio sanitario nazionale ed usufruiscono dell’assistenza sanitaria in condizioni di parità con i cittadini italiani». Sulla scorta di questa disposizione anche la Regione Campania, da una settimana ha comunicato alle Asl di assegnare i figli di persone extracomunitarie irregolari fino a 14 anni un pediatra di libera scelta. Per accedere alla misura basterà, ai genitori, recarsi all’anagrafe, senza il codice fiscale, ma con il solo possesso del codice Straniero Temporaneamente Presente.

Per Emergency si tratta di «un servizio importante quello del pediatra di libera scelta che si rivelerà ancora più fondamentale nelle prossime settimane in vista dell’arrivo dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina con i loro figli. In questo caso, infatti, la circolare della Regione Campania include anche la possibilità per i bambini ucraini di avere il rilascio del codice Stp di sei mesi. Restano ancora esclusi dalla nuova norma i minori figli di persone comunitarie irregolari».

@rob_malfatti