E’ una studentessa italiana, proveniente da La Spezia, ma dottoranda all’Università di Pisa, la ricercatrice che ha realizzato un dispositivo Braille per consentire la lettura ai non vedenti. Un tablet in Braille elaborato nel centro di ricerca “Enrico Piaggio”, presso il dipartimento di Ingegneria dell’informazione, dove la giovane ligure svolge il proprio lavoro.

Grazie a questa intuizione portata avanti con determinazione e bravura, Gemma Bettelani, 26 anni, si è aggiudicata l’Innovation in Haptics Research, un finanziamento (fino a 10mila dollari) destinato ai dottorandi autori di progetti innovativi nel campo dell’apatica, la scienza che studia il senso del tatto.

L’idea, incredibilmente innovativa, potrebbe offrire una svolta rivoluzionaria nella vita quotidiana e lavorativa di chi, purtroppo,ha bisogno di utilizzare le lettere dell’alfabeto attraverso il tatto.

Durante la premiazione Bettalani ha spiegato che «i dispositivi Braille meccanici non hanno più di una riga, a causa degli alti costi di produzione. Il dispositivo, ancora allo stato di progetto, sarà realizzato con stampante 3D per abbattere ulteriormente i costi e rendere possibile alle persone non vedenti o ipovedenti una modalità di accesso ai testi diversa da quella puramente uditiva» soffermandosi su un dato scientifico importantissimo spiegando che «è dimostrato che una modalità attiva di accesso al testo, basata sull’esplorazione tattile anziché sull’ascolto passivo, permette una migliore comprensione dell’informazione».

Pare anche che il dispositivo possa essere usato in esperimenti per capire come i vedenti usano il tatto e quali informazioni riescono a percepire con le mani rispetto ai non vedenti. Da una intuizione all’altra per continuare a rendere sempre più dignitosa la vita di chi è meno fortunati, e a credere di più nella ricerca e nella bontà delle università italiane.

Carmen Cretoso



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