Vincenzo Imperatore, direttore editoriale, ha ceduto gratuitamente il giornale a Marotta & Cafiero, casa editrice campana con sede nell’area nord di Napoli
Sport del Sud è un giornale di letteratura sportiva. Lo dice forte e chiaro il payoff. Una testata che, come ribadito durante la presentazione alle Catacombe di San Gennaro a Napoli, è basata sulla lentezza. Nell’epoca del clickbait, del “tutto e subito”, delle notizie non verificate e dell’intelligenza artificiale, un nuovo paradigma è possibile: Sport del Sud si erge a paladino contro il giornalismo del “prima e comunque”.
Tra i relatori della serata anche l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il CEO di Marotta & Cafiero, Rosario Esposito La Rossa: una cornice che aiuta a leggere il senso profondo dell’iniziativa e introduce le parole di Giovanni Salomone, direttore di Garrincha Edizioni, che ha intrecciato la visione editoriale con l’atmosfera della città. «La presenza di Luigi De Magistris ci permette di agganciarci a questo concetto: lui è stato una straordinaria anomalia», ha detto. «Ha fatto il sindaco non attraverso la cronaca ma attraverso l’atmosfera: camminando per le strade, parlando con la gente. È una metafora perfetta per Sport del Sud: non rimanere chiusi nelle stanze, ma guardare fuori».
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I nomi che compongono la testata sono di tutto rispetto. Vincenzo Imperatore, direttore editoriale, ha ceduto gratuitamente il giornale a Marotta & Cafiero, casa editrice campana con sede nell’area nord di Napoli. «Qui c’è una logica differente, perché c’è un editore che ha deciso innanzitutto di eliminare la pubblicità dal sito», ha spiegato Imperatore. «È un giornale di nicchia: se abbiamo 100 lettori sono 100 lettori che hanno il piacere di leggere una scrittura fatta per bene, non di leggere la notizia. Il nostro obiettivo è che lo sport, non solo il calcio, possa entrare nelle pagine della cultura», ha aggiunto, ribadendo una missione chiara: «dare l’opportunità ai giovani di avvicinarsi a questo mestiere».
Salomone ha richiamato poi lo spirito del progetto, ringraziando i contributi ricevuti da grandi nomi del giornalismo, come Darwin Pastorin. Senza indulgere nella retromania, ha tracciato una rotta precisa: «Questo giornale non è un elogio della nostalgia: certe cose, però, vanno recuperate». Una scommessa collettiva: procedere con la lentezza giusta, ma con l’energia necessaria per far entrare lo sport, finalmente, nelle pagine della cultura.
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