Seikou Drammeh è un richiedente asilo di nazionalità gambiana. Ha 21 anni ed è arrivato in Italia con una delle modalità più conosciute: viaggiando dal suo paese, passando per la Libia. Ex beneficiario di un progetto Sprar gestito dalla cooperativa Solidarci di Caserta, Seikou è stato tra i protagonisti del primo tirocinio in assoluto attivato presso un bene monumentale, ovvero la Reggia di Caserta.

Un progetto di sei mesi che, prima di lasciare il proprio posto, l’ex direttore della Reggia, Mauro Felicori, ha voluto replicare. In questa seconda fase Seikou è diventato tutor di altri quattro tirocinanti che sono ospitati nel progetto Sprar della cooperativa Solidarci.

Il giovane ragazzo gambiano esprime la sua riconoscenza per il sostegno della cooperativa e del sistema di inclusione casertano. Da loro ha ricevuto molto e prova a ricambiare nelle azioni quotidiane. Ora Seikou sta approfondendo lo studio della lingua italiana per diventare mediatore culturale.

«Nessuno vuole abbandonare la sua famiglia. Nessuno vuole abbandonare il suo paese», dice Seikou Drammeh, il quale ha aggiunto che «non puoi stare in un posto dove la prigione è più sicura della propria casa. E nessuno vuole stare in prigione e morire». Il giovane rifugiato del Gambia sottolinea che la sua storia non è dissimile da quella di molti altri. «Alcuni scappano per motivi di guerra. Altri per motivi politici. Altri per motivi familiari». Seikou sottolinea che molti migranti cercano di arrivare in Germania.
Il breve spaccato che Seikou dà della Libia è tremendo. Ha visto molti ragazzi, anche più giovani di lui, costretti ad andare in guerra.

Rispetto al clima di odio diffuso nel paese, anche da alcuni esponenti delle istituzioni Seikou è lapidario: «Le parole che stiamo sentendo non rappresentano l’Italia che vogliamo».

Ciro Oliviero