Campania, contrasto al caporalato

Campania, contrasto al caporalato

Istituito attraverso la Delibera 284/2021 il Tavolo Regionale di contrasto al caporalato dovrà attuare gli obiettivi del programma Su.Pr.Eme. Italia

Lo diciamo da sempre. La legge nazionale 199/2016 da sola non può essere realmente efficace nei suoi obiettivi di contrasto allo sfruttamento del lavoro e di argine al fenomeno criminale del caporalato se non affiancata dall’azione preziosa di supporto degli enti territoriali che possono e devono contribuire, secondo le loro competenze, alle dinamiche che regolano l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Prima che queste subiscano il condizionamento delle organizzazioni criminali.

E finalmente, dopo alcuni anni di dibattiti che non sempre hanno raccolto adeguata sensibilità mediatica e istituzionale, se non per le tantissime vittime del lavoro irregolare, tale consapevolezza sembra aver fatto breccia anche presso la Giunta regionale della Campania la quale, attraverso la Delibera 284/2021 pubblicata nel Burc dello scorso 26 luglio ha istituito un Tavolo Regionale di contrasto al caporalato. Organo di cui faranno parte la stessa giunta, attraverso gli assessori con delega all’immigrazione e all’agricoltura, le direzioni generali regionali in materia di politiche sociali, istruzione, formazione, lavoro e le politiche giovanili, prefetture, Inps, Inail, Ispettorato del lavoro, Anci, Anpal, sindacati e organizzazioni del settore agricolo, e al quale spetterà il compito di lavorare per l’attuazione degli obiettivi previsti dal programma Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate, ossia: Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia) del quale la Regione Puglia è lead partner.

Sarà fondamentale ai fini del buon esito dell’attività del Tavolo la partecipazione e il contributo, così come previsto anche dalla delibera, che sapranno offrire realtà del terzo settore e altre organizzazioni attive nel campo del contrasto al fenomeno dello sfruttamento del lavoro. Soprattutto in ordine alla necessità di creare un’adeguata sinergia tra realtà operanti in ambito sociale e culturale in modo da migliorare la qualità complessiva dei progetti che saranno oggetto dei bandi collegati al programma Su.Pr.Eme. Sarà altrettanto importante indagare con accuratezza e in via preliminare i territori verso cui orientare le azioni del programma, in modo da non correre il rischio di lasciare scoperti territori che pur lontani dalle cronache soffrono sensibilmente emergenze come lavoro nero e sfruttamento. E infine, sarà indispensabile agevolare i percorsi di rete tra province per ottenere risultati veramente efficaci. Basti pensare, a titolo di esempio alle province di Caserta e Salerno i cui punti di contatto in termini di economia e manodopera agricola sono veramente tanti. E dal momento che bandi europei come quelli collegati a Su.Pre.Eme da anni prediligono i progetti di rete, risulta indispensabile lavorare in quella direzione per la buona riuscita del programma.

@VinsViglione



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