Coronavirus, nasce la Spesa Appesa

Coronavirus, nasce la Spesa Appesa

A realizzarla gli scout del gruppo Agesci di Vizzolo Predabissi

Durante l’emergenza da Covid-19 le azioni di solidarietà si sono moltiplicate in tutta Italia. Il sostegno maggiormente messo in pratica ha riguardato la donazione di beni alimentari. Come testimonia la nostra mappa della solidarietà ai tempi del Coronavirus la spesa sospesa ha funzionato. In alcuni casi la spesa sospesa è diventata anche virtuale. Tra questi c’è il caso di Vizzolo Predabissi, nel sud est dell’area metropolitana di Milano. Lì la spesa è diventata appesa. Gli scout del gruppo locale Agesci hanno realizzato una applicazione gratuita per aiutare le persone in difficoltà. Le persone potranno così da un lato richiedere beni di prima necessità e dall’altro donarli. Tutto in totale anonimato per rispettare la privacy dei cittadini.

«Tutti i supermercati hanno provato a lanciare la spesa sospesa, riprendendo il metodo nato a Napoli. L’impegno però non è stato soddisfacente», racconta Daniela Narciso di Agesci. I bonus spesa hanno sopperito in parte alle necessità delle persone, in quanto destinati ai soli beni alimentari. «Quando l’amministrazione ci ha chiesto di dare il nostro apporto ci siamo interrogati su come rispondere ai bisogni delle persone. Abbiamo dunque pensato alla app. Nel nostro gruppo – spiega la Narciso – ci sono professionisti del settore informatico e grafico. Così ci siamo messi in gioco. Abbiamo proposto il progetto al Comune che ci ha dato fiducia». E’ nata così Appesa.

L’amministrazione comunale si è occupata della divulgazione. Ad Appesa ci si può registrare come famiglia richiedente o famiglia donante. Nel primo caso si riceve un codice univoco dal Comune, a seconda dello stato reddituale. Una volta effettuato l’accesso con quel codice la persona vedrà un’interfaccia come quella della spesa di un classico store online e potrà selezionare i prodotti di cui ha più bisogno per la spesa settimanale. La famiglia donante visualizzerà le richieste complessive, divise per reparto, e potrà decidere quale prodotto e la quantità da donare.

«La tecnologia non deve spaventare. Anche l’anziano che vuole donare e non ha dimestichezza con lo smartphone potrà farlo. Potrà essere assistito dai commercianti della zona», spiega la referente locale di Agesci. L’app è funzionante da inizio giugno. «Ora ci troviamo in una fase di rodaggio e di approvazione delle richieste da parte del Comune. La parte operativa delle consegne la faranno i volontari che si sono resi disponibili, mentre noi continueremo a gestire i dati», conclude Daniela Narciso.

Ciro Oliviero

Redazione
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