«Il Comune non ha mai mostrato interesse per il servizio ma esiste un mercato possibile. A Roma la sindaca Raggi ci chiede costantemente di allargare il servizio». «In Consiglio c’è chi pensa solo alla tutela del monopolio dei tassisti». Da una parte una delle più quotate aziende di carsharig, dall’altra l’ex assessore ai trasporti del Comune di Napoli Mario Calabresi. Le due dichiarazioni tratte dal quotidiano Il Riformista di ieri mettono a fuoco solo una parte dello scenario che riguarda i trasporti della città. L’incidente occorso lunedì mattina alla linea 1 della metro, in cui per fortuna non ci sono stati senza feriti gravi, rappresenta solo una goccia nel mare della cattiva gestione dei trasporti partenopei.

Eppure nel 2019, ricordando proprio le parole del primo cittadino, Napoli doveva diventare «una città modello di efficienza a livello mondiale» con «corse ogni 4 minuti sulla Linea 1 della metropolitana». Dopo più di due anni da quelle affermazioni poche sono le promesse mantenute e nel frattempo la città non è diventata un modello di efficienza. Una città che per ambiente e servizi è all’83 posto nella classifica de Il Sole 24 Ore, dove il bikesharing non esiste e il carsharing è un miraggio.

«Il problema principale è la sicurezza», spiega sulle pagine de Il Riformista Enrico Pascarella, country manager italiano di Ecooltra, la società spagnola che fornisce Roma e Milano di motorini elettrici – e aggiunge che «è molto più probabile un’espansione verso la Costiera Sorrentina, ma non a Napoli». Le ragioni sono semplici: «non siamo mai stati contattati, né il Comune ha avviato progetti sharing mobility».

«A Roma – conclude il manager di Ecooltra – che non è una città più semplice di Napoli, la sindaca Raggi ci chiede costantemente di allargare il servizio». Perché Napoli non merita un servizio che possa sopperire ai disservizi continui e costanti dei mezzi pubblici?