Monitoraggio a distanza dello scompenso cardiaco

Monitoraggio a distanza dello scompenso cardiaco

L’operazione è stata eseguita al San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona

Lo scompenso cardiaco è in aumento in tutto il mondo. Complice di questo aumento è soprattutto l’invecchiamento della popolazione. Un incremento che coinvolge anche l’Italia, dove si stimano circa 1 milione di pazienti. Di questi oltre 100mila sono in Campania. Proprio da questa regione arriva però una innovazione tecnologica che potrà essere ancor più preziosa al tempo del Covid-19. A Salerno è infatti stato impiantato il primo sensore wireless che può essere controllato da remoto. Ad eseguire l’operazione i medici del reparto di cardiologia del San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona.

Il Sistema CardioMems Hf di Abbott, inserito nell’arteria polmonare, avvisa i medici in remoto delle modifiche pressorie nel circolo polmonare anche prima dell’apparire dei sintomi. Questo consente una pronta reazione terapeutica e una migliore qualità di vita nei pazienti con scompenso cardiaco, oltre che una riduzione degli accessi e quindi un significativo abbattimento dei costi. Con questa operazione l’azienda sanitaria universitaria di Salerno si conferma un centro d’eccellenza grazie all’innovazione tecnologica e alla ricerca.

«Lo scompenso cardiaco – spiega Michele Ciccarelli, responsabile dell’ambulatorio di scompenso cardiaco del Ruggi – è una patologia importante, per cui non abbiamo una terapia risolutiva, e che compromette seriamente la qualità di vita di chi ne è affetto. Questo è particolarmente vero nello scompenso avanzato, dove la gestione della terapia farmacologica diventa più complessa, in particolare per la necessità di titolare la terapia giorno per giorno ed in maniera specifica per singolo paziente. Questo sensore ha consentito di osservare quello che accade ad ogni singolo paziente pur restando lontano dall’ospedale».

Redazione
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