Melanoma, un destino che può cambiare

Melanoma, un destino che può cambiare

Le nuove diagnosi di melanoma nel 2019 sono circa 12.400

Fino a pochi anni fa il melanoma era considerato una neoplasia rara tra gli adolescenti. Negli ultimi 20 anni l’incidenza è aumentata di oltre il 4 per cento l’anno. Numeri che hanno portato il melanoma ad essere il più pericoloso tra i tumori della pelle. Le stime dell’Aiom riportano che nel 2019 le nuove diagnosi di melanoma sono circa 12.400, di cui 6.700 tra gli uomini e 5.700 tra le donne. Una patologia che rappresenta il 9 per cento dei tumori giovanili negli uomini e il 7 per cento nelle donne.

Dal punto di vista geografico la sopravvivenza più alta per questo tipo di tumore si registra in Trentino Alto Adige (92%). A seguire Piemonte e Veneto (90%). Il Lazio, invece, è la seconda regione per mortalità maschile (131 decessi – Istat 2016), terza per quella femminile (79 decessi – Istat 2016). Ieri, nel corso di un incontro promosso da Inrete, con il patrocinio di Intergruppo Melanoma Italiano e grazie al contributo di Novartis, è stato fatto il punto sulla patologia e sui progressi della ricerca destinati ad incidere positivamente sulla vita dei pazienti affetti da questa malattia.

“Melanoma: un destino che può cambiare” ha visto la partecipazione, tra gli altri, del direttore del Reparto Oncologia dell’Ospedale Sant’Andrea e del Policlinico Umberto I di Roma, Paolo Marchetti. Presente anche Virginia Ferraresi del consiglio direttivo dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena. «La rivoluzione in ambito terapeutico – ha detto – è legata alla identificazione di geni che producono proteine che, a loro volta, veicolano segnali che portano sia alla trasformazione neoplastica sia alla proliferazione e alla sopravvivenza delle cellule tumorali stesse».

Redazione
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