L’Italia protagonista in Polonia con Caine

L’Italia protagonista in Polonia con Caine

La giornalista Amalia De Simone e la cantautrice Assia Fiorillo sono state ospiti del festival Olsztyn Prison Movie

Carcere, diritti umani, abusi, solidarietà, pentimento, riscatto. Sentimenti contrastanti quelli che emergono in Caine, il documentario realizzato per Rai3 da Amalia De Simone, con la collaborazione di Simona Petricciuolo. Sentimenti che rappresentano lo stato d’animo e l’essere delle detenute di Pozzuoli e Fuorni protagoniste del documentario. Idealmente, su pellicola, queste donne sono arrivate fino in Polonia, all’international film festival Olsztyn Prison Movie.

Amalia De Simone e la cantautrice Assia Fiorillo sono state protagoniste di proiezioni e dibattiti alla facoltà di giornalismo ed esibizioni all’auditorium della filarmonica di Varia-Masuria. Il festival ha avuto come focus la vita e il lavoro dietro le sbarre. In 10 anni di più di 200 i film in concorso. Quest’anno sono state 40 le opere provenienti da tutto il mondo. Tra le quali Caine, che racconta le vite delle detenute, le storie di camorra, ma anche i loro sentimenti, il desiderio di riscatto, la solitudine, le paure, la maledizione.

Nel documentario viene narrato anche il sistema carcerario italiano con le sue disfunzioni e i suoi punti di forza. Argomenti di interesse e discussione per le autorità civili e militari polacche, esponenti della cultura, del cinema, della musica che sono intervenute al festival Olsztyn Prison Movie. Gli organizzatori hanno scelto come trailer di Caine, la storia d’amore tra due detenute. Un tema molto controverso a causa delle discriminazioni subite dalla comunità Lgbtq da parte dell’attuale governo polacco. Spettacolare l’esibizione di Assia Fiorillo insieme con il quartetto d’archi dell’orchestra filarmonica di Olsztyn che hanno eseguito Io sono te.

«Abbiamo scelto di aprire e chiudere il festival, di cui siamo particolarmente orgogliosi, con il giornalismo di Amalia e la musica di Assia perché grazie al loro lavoro abbiamo avuto uno spaccato autentico del mondo carcerario e attraverso la varietà delle storie trattate, una visione che secondo noi finisce per essere universale in cui anche noi ci riconosciamo», ha spiegato nel gala di chiusura del festival la direttrice Magdalena Socha.

@dalsociale24

Redazione
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