L’ex Roma, oggi in forza al Chelsea Rudiger e il suo compagno di squadra James. Sawyers del West Bromwich Albion, Dhanda dello Swansea. Rashford e Tuanzebe del Manchester United. Ed anche Lauren James dello United femminile. Sono queste le ultime vittime di episodi di razzismo sui social media all’interno del mondo del calcio inglese. Furiosi i vertici di Premier League, Football League, federazione donne, associazione calciatori, associazione allenatori, associazione arbitri, dell’organizzazione Kick It Out. Hanno inviato una lettera congiunta al numero uno di Twitter, Jack Dorsey, ed al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che detiene anche Instagram.

Quattro le richieste fatte pervenire ai social network. Innanzitutto filtrare e bloccare post e messaggi contenenti materiale razzista o discriminatorio. Più celerità nella rimozione di contenuti di quel genere oltre che per l’identificazione degli utenti. Impedire a chi viola queste norme di potersi registrare nuovamente alle suddette piattaforme social. «Le vostre piattaforme restano un paradiso per gli abusi e non è più accettabile. L’inerzia è stata interpretata come una resa. Facebook, Twitter e Instagram hanno miliardi di utenti e non combattere in modo serio questi comportamenti produce un senso di impunità», si legge nella missiva.

Non è la prima volta che si verificano episodi di razzismo da quelle parti. Lo scorso novembre erano stati segnalati nel campionato scozzese. Mentre a dicembre il calciatore dell’İstanbul Başakşehir, Demba Ba, ha denunciato un episodio di razzismo da parte del quarto uomo durante il match di Champion’s League contro il Psg. Episodi di discriminazione sui social sono purtroppo all’ordine del giorno. Dopo la denuncia delle organizzazione calcistiche inglesi Facebook e Twitter hanno garantito maggiore impegno e controllo.

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