L’unione civile di Massimo Milani e Gino Campanella

L’unione civile di Massimo Milani e Gino Campanella

Una data ed un luogo che hanno caratterizzato il movimento lgbt in Italia

Il 31 ottobre 1980 furono ritrovati morti in un agrumeto a Giarre il 25enne Giorgio Agatino Giammona e il 15enne Antonio Galatola, detto Toni. Accanto ai due ziti – fidanzati in dialetto catanese – un biglietto. Poche parole per spiegare il suicidio al quale sarebbero giunti perché non potevano vivere liberamente il loro amore. L’ipotesi suicidio cade con il ritrovamento della pistola. Sotterrata a pochi passi dal luogo del ritrovamento dei corpi con la sicura inserita. Fu omicidio. Un crimine d’odio dettato dal movente omofobico.

Quell’omicidio cambiò la storia del Paese. La vicenda porta il tema al centro del dibattito pubblico. A Giarre vengono organizzate diverse manifestazioni a carattere nazionale. Dopo quell’accadimento nasce il primo circolo Arcigay d’Italia. A fondarlo, tra gli altri, Massimo Milani e Gino Campanella. Da poco si erano trasferiti a Palermo rispettivamente da Roma e Torino.

Massimo Milani e Gino Campanella sono una coppia da oltre 40 anni. Nei mesi scorsi hanno però dovuto affrontare la distanza. Controlli medici hanno costretto Gino nel letto di una struttura sanitaria di Palermo la scorsa primavera. In pieno lockdown. Per questo Massimo non ha potuto stargli accanto. Per questo hanno deciso di unirsi civilmente. E hanno deciso di farlo il 31 ottobre 2020, in occasione del 40esimo anniversario del delitto di Giarre. I fondatori di Arcigay in Italia torneranno nel comune del catanese nei giorni in cui a Roma sarà discussa la legge contro l’omofobia e la misoginia.

Nel rispetto delle normative vigenti per prevenire il contagio da Covid, sarà possibile partecipare alle nozze con un contributo da donare attraverso un crowdfunding.

Redazione
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