Fai tua la nostra città con la giustizia riparativa

Fai tua la nostra città con la giustizia riparativa

I volontari Fai di Catania, appositamente formati, seguiranno il percorso curato di inserimento di dodici persone che svolgeranno così la pena alternativa

«La giustizia riparativa non è una forma di clemenza, un condono, un risarcimento del danno, un indulto, un’amnistia: è una realtà che sta dando forma al diritto. È terreno nuovo per la nostra cultura penalistica, contemporanea, tutta da comprendere e da esplorare». Lo aveva detto qualche giorno fa alla Scuola superiore della magistratura il ministro della Giustizia, Marta Cartabia. Esu questo nuovo terreno si muovono i percorso della giustizia riparativa. Come quello che vede la collaborazione tra l’Ufficio Distrettuale Esecuzione penale esterna ed il Fondo Ambiente Italiano di Catania.

Fai tua la nostra città vuole creare percorsi di restituzione e risocializzazione per quanti sono destinatari di una condanna per reati che hanno danneggiato la comunità. Il primo viaggio vede protagoniste dodici persone che dovranno scontare la pena alternativa. Il percorso, curato dai servizi sociali, appositamente formati, sarà seguito dai volontari Fai di Catania che hanno competenze specifiche in materia. Dopo questa prima fase di formazione, queste dodici persone saranno dei ciceroni che potranno raccontare a turisti e scolaresche i luoghi della cultura etnea. Nello specifico la Cripta di Sant’Euplio e la Chiesa di San Nicolò La Rena.

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«Un’esperienza di cittadinanza attiva che promuove comportamenti di difesa ambientale e di consapevolezza dei beni culturali, favorendo la conoscenza delle materie legate alla tutela, conservazione e promozione del patrimonio e stimolando l’acquisizione di competenze specifiche in ambito comunicativo. Un progetto che mira alla promozione di attività risarcitorie che, secondo i principi del nostro ordinamento, devono passare dalla creazione di motivazioni che spingano a comportamenti socialmente corretti. Il tutto grazie alla rete con associazioni virtuose e attive sul territorio», ha detto il direttore dell’Ufficio di esecuzione penale esterna di Catania, Antonio Gelardi.

«Da una parte i ciceroni si sentono coinvolti nella vita sociale, culturale ed economica della comunità, restituendo conoscenza e divenendo esempio per altri in uno scambio educativo; dall’altra, due veri e propri tesori di Catania avranno l’opportunità di essere valorizzati, potenziati e restituiti al pubblico. Tale progetto, fortemente voluto dalla precedente Giunta, non sarebbe stato possibile senza il supporto della direzione culturale e rete museale del Comune di Catania. Cultura e legalità insieme: una strada da percorrere per restituire valore al nostro territorio», ha sottolineato il capo delegazione Fai Catania, Maria Licata.

@dalsociale24

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