La didattica a distanza finisce in tribunale

La didattica a distanza finisce in tribunale

La scienziata napoletana Clementina Sasso spiega a dalSociale24 i motivi del ricorso

La scuola è stato e continua ad essere uno dei temi più dibattuti della pandemia. Almeno in Italia. Gli istituti scolastici sono stati i primi a chiudere all’inizio della pandemia. Sono stati gli ultimi ad aprire, direttamente con l’inizio del nuovo anno scolastico. Anche se per poche settimane, prima di essere chiusi nuovamente con l’aumento dei contagi. Ma i contagi nelle scuole sono molto bassi. Come ricorda anche la scienziata Clementina Sasso, che porta avanti la battaglia sulla riapertura delle scuole con il gruppo Pillole di ottimismo. «Dopo diversi appelli al governo, ai costituzionalisti, per cercare di far capire che la scuola può stare aperta perché i ragazzi contagiano di meno, si contagiano di meno, abbiamo deciso di agire», spiega a dalSociale24 Clementina Sasso.

Dall’ultimo studio dell’epidemiologa Sara Gandini emerge che i contagi della seconda ondata non sono legati alla riapertura delle scuole. C’è un riferimento anche alla Campania, con l’evidenza che la curva non è stata influenzata dalla chiusura delle scuole. La Campania era stata infatti l’unica regione a tenere chiuse le scuole di ogni ordine e grado, aprendo ai soli studenti con disabilità. Scelta che aveva portato già ad un ricorso da parte delle organizzazioni delle persone con disabilità. Ora sarà presentato un nuovo ricorso da parte di Pillole di ottimismo. Di nuovo c’è la conferma scientifica che i contagi in classe sono contenuti. Ed in più un precedente. Con la sentenza di ieri il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso e sospeso l’ordinanza regionale che imponeva la Dad al 100 per cento. 

«Riteniamo che con tutte le accortenze previste dal Miur il rientro in classe sia sicuro. Certo, il rischio zero non esiste, ma è molto meno rischioso di non mandarli a scuola», dichiara Clementina Sasso. Dagli studi di Pillole di ottimismo emerge che tenere le scuole chiuse incida maggiormente sulla salute psico-fisica degli studenti. Tra questi, come sottolinea la scienziata di Torre del Greco, «si evidenziano aumenti di depressione, calo dell’apprendimento, aumento dell’evasione scolastica». Quest’ultimo dato era emerso peraltro anche da una recente indagine di Save the Children.

Ciro Oliviero

Redazione
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