Coronavirus, dopo niente sarà più come prima

Coronavirus, dopo niente sarà più come prima

Per il 29 per cento degli intervistati da Swg bisogna riaprire prima nelle zone meno colpite

L’emergenza sanitaria ha generato cambiamenti nelle persone, nella società. Un cambiamento i cui effetti potrebbero non limitarsi al breve periodo. Per questo Swg ha creato uno strumento per monitorare i segnali che arrivano da tutti gli attori in campo. Uno strumento che vuole anticipare tendenze, comprendere strategie.

Una delle domande più frequenti di questa fase riguarda la riprese delle attività produttive. Il 60 per cento del campione intervistato è convinto che bisogni riaprire il prima possibile le aziende che possono garantire ai lavoratori un elevato grado di sicurezza. Il 34 per cento dimostra maggiore prudenza dicendo che le aziende devono rimanere chiuse fino alla fine dell’emergenza.

Una riapertura scaglionata. Per il 29 per cento degli intervistati da Swg bisogna riaprire prima nelle zone meno colpite. Ovvero le regioni del centro-sud. Il 22 dice di mandare a lavoro prima i giovani e le donne più resistenti al virus. Un altro 22 dice dice di lasciare a casa gli ultra 60enni e coloro che hanno patologie.

Redazione
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