Continuano le polemiche sul ddl Zan

Continuano le polemiche sul ddl Zan

Intanto, il disegno di legge è stato inserito per giovedì all’ordine del giorno della commissione Giustizia al Senato

Continuano le polemiche sul ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia, soprattutto dopo l’esibizione di Fedez dal palco del Concertone del primo maggio. In un’intervista rilasciata a La Stampa il senatore leghista e antiabortista Simone Pillon ha dichiarato che con questo disegno di legge si rischia di punire come «istigazione alla discriminazione ogni opinione contraria al pensiero Lgbt su adozione gay e utero in affitto”, tanto più che il ddl «impone l’ideologia gender nelle scuole con la scusa della giornata contro omo-bi-lesbo-transfobia».

Conclude Pillon: «Al di là delle star del media system, è la maggioranza degli italiani che non la vuole», per poi dichiarare che «se vogliamo inasprire le pene già oggi previste per chi sia tanto cretino o pericoloso da insultare o aggredire qualcuno perché ha un orientamento sessuale diverso, siamo tutti d’accordo. Basta intervenire sull’articolo 61 del codice penale. Si fa in un mese, all’unanimità. Ma non creiamo categorie tra le persone offese».

«Per l’ennesima volta il concertone è stato usato come pretesto per battaglie ideologiche, come il ddl Zan, che non c’entrano nulla con il lavoro e i diritti dei lavoratori. Il tutto sulla tv pubblica e a spese degli italiani», ha tuonato invece la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dalle pagine del Messaggero. «In questo contesto – ha detto a proposito delle polemiche sull’intervento di Fedez – c’è chi usa quel palco per farsi pubblicità e confezionarsi un megaspot, utile per affermarsi ulteriormente nei circuiti che contano».

«Parla di censura chi vorrebbe introdurre con il ddl Zan la censura per legge e punire con il carcere chi non si allinea al pensiero dominante. I Fedez di turno sono utili al sistema e servono solo a prestare un volto accettabile a questa deriva liberticida», conclude Meloni.

Dall’altra i Dem replicano con il deputato Carmelo Miceli, nello specifico rispondendo a Ostellari (il presidente leghista della commissione Giustizia del Senato, ndr.) che ha chiesto un incontro sul merito del disegno di legge. «L’invito è tardivo se non subdolo – ha dichiarato il deputato Dem – sono due anni che gli esponenti della Lega rifiutano costantemente ed ostinatamente qualsiasi confronto di merito con il relatore di maggioranza».

«Ostellari e i suoi hanno ben chiaro che apportare adesso eventuali modifiche al testo già approvato in prima lettura alla Camera significherebbe condannare il provvedimento al concreto rischio di non essere approvato definitivamente», specifica Miceli.

Intanto, il disegno di legge è stato inserito per giovedì all’ordine del giorno della commissione Giustizia al Senato. La battaglia parlamentare sul ddl Zan è solo all’inizio.

Redazione
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