ClinicaMente, io parlo con il dito

ClinicaMente, io parlo con il dito

Il progetto parte da Milano con una sperimentazione di tre mesi in otto esercizi tra bar e pizzerie

Il simbolo della forchetta, dell’acqua, del bagno. Sono alcuni dei bisogni rappresentati visivamente sulla tovaglietta “Io parlo con il dito”. Indicandoli, una persona affetta da disturbo specifico del linguaggio potrà comunicare più facilmente con il personale di un bar, una tavola calda, un ristorante. Attraverso questo sistema il cameriere potrà comprendere più facilmente le esigenze di una persona affetta da disturbo specifico del linguaggio. E ciò permetterà a quest’ultima di non sentirsi a disagio.

“Io parlo con il dito” si ispira ai princìpi della comunicazione aumentativa alternativa. Nel complesso è una comune tovaglietta americana di carta, già presente in molto esercizi. In più ci sono appunto i simboli principali delle necessità che si possono avere in un bar o ristorante. Il progetto lanciato dall’associazione ClinicaMente, è sostenuto dall’assessorato allo Sviluppo economico del Comune di Milano, da Epam con Confcommercio Milano e dal Garante lombardo dei diritti per l’infanzia.

LEGGI ANCHE: «A mio figlio negato il diritto allo studio»

Il progetto “Io parlo con il dito” parte da Milano con una fase sperimentale di tre mesi. Sono otto le attività che utilizzano la tovaglietta. Le pizzerie Nuovo Cerro Ardente in viale Montenero, Mundialbreak in via Compagni, Capperi che Pizza in piazza del Santa Maria Suffragio. Il wine bar Cuvèe in via Marco Polo. Divina Piadina in viale Abruzzi. E ancora Osteria Nonna Maria in via Macedonio Melloni ed i bar Victory in via Bronzetti e Geko in via Pietro Calvi.

«Penso sia per i bambini un oggetto di facilitazione e di inclusione sociale, per le famiglie un’opportunità per poter andare a mangiare fuori, per gli operatori del settore uno strumento di accoglienza e di conoscenza della comunicazione aumentativa. Abbiamo voluto fortemente partire dalla nostra Milano come città pilota per la promozione della tovaglietta, e ci auguriamo possa essere un esempio per altre città. Credo nell’importanza di migliorare la qualità di vita di bambini gravati dal loro disagio psicologico e sociale, mettendoli in comunicazione con gli operatori delle attività di ristorazione», ha detto la presidente di ClinicaMente, Elisabetta Ciaccia.

@dalsociale24

Redazione
ADMINISTRATOR
PROFILE

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Skip to content