Non c’è margine per una legge Zan

Non c’è margine per una legge Zan

L’intervista al giornalista Alessandro Cecchi Paone

Ieri l’Aula del Senato ha affossato il ddl Zan. 154 voti a favore, 131 contrari, 2 astenuti alla tagliola richiesta dal centrodestra ed avallata dalla presidente del Senato Casellati. In questi più volte avevano sottolineato le difficoltà che avrebbe riscontrato la proposta di legge raccontata per essere contro l’omotransfobia. Ma è di più. Era di più. La legge che portava il nome del deputato Pd Alessandro Zan era una misura di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere, disabilità. Nei mesi si è dovuta difendere da vari attacchi del centrodestra, sia da maggioranza che di opposizione. Ed anche da quelli del Vaticano, come avevamo raccontato lo scorso 22 giugno. Ora quella legge non c’è più. E l’Italia ha perso un’occasione importante. Di cosa significa il voto di ieri ne abbiamo parlato con il giornalista Alessandro Cecchi Paone.

Cosa avrebbe significato per il Paese l’approvazione della legge Zan?
«L’allineamento al mondo occidentale, con Europa, Stati Uniti, Canada, Australia. La formalizzazione della tutela della collettività alle frange più deboli. Non solo le persone lgbt+, ma anche donne, disabili. Tutte quelle persone vittime di crimini d’odio verbale o fisico. Ed invece stamattina ci svegliamo allineati ad un mondo omofobo. Quello della Polonia, dell’Ungheria, della Russia, alleati storici di Lega e Fratelli d’Italia, quei partiti che hanno affossato la legge».

Vaticano, centrodestra, ma non solo. Chi ha votato contro ieri al Senato e quali danni ha creato all’Italia?
«I danni li ho appena citati. Siamo fuori dalla nostra collocazione ideale democratico liberale. Chi ha votato contro è difficile da dirsi. C’è chi dice che è stata usata la legge Zan per fare prove di una nuova maggioranza di centro destra in vista dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Sarebbe orribile perchè è una legge che doveva tutelare le persone fragili. Sicuramente anche nel centrosinistra ci sono esponenti politici che fanno prevalere la devozione al Vaticano rispetto alle indicazioni dei partiti di appartenenza. Questa cosa potrebbe essere rispettate se fosse dichiarata Invece è stata fatta in maniera discutibile. Dovrebbero dirlo apertamente».

Dopo quanto accaduto ieri c’è margine in questa legislatura per una legge contro i crimini d’odio?
«Non c’è margine. Lega e Fratelli d’Italia hanno preso in giro gli italiani dicendo che volevano discutere dei singoli articoli. Invece volevano ucciderla. E lo dimostra l’entusiasmo da stadio venuto ieri da quei banchi. Non volevano discutere gli articoli ma uccidere la legge Zan. Altra controprova di ciò sta nel fatto che avevano detto di essere pronti a fare una legge diversa, ma non è mai stata proposta davanti al Paese. Non esiste una legge contro l’odio che questi due partiti propongano al Paese. Forse esiste un deposito formale, ma sfido chiunque a dirci che questa è una loro battaglia. Quando si andrà a votare la prossima volta gli elettori dovranno pensare bene chi votare. I diritti umani ed i diritti civili stanno nel centrosinistra, non nel centrodestra».

@ciro_oliviero

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