Il caos del trasporto per disabili a Roma

Il caos del trasporto per disabili a Roma

Le persone con disabilità lamentano un servizio di trasporto a singhiozzo, mentre i lavoratori denunciano di non ricevere lo stipendio dal mese di giugno

Da una parte le persone con disabilità e le famiglie. Dall’altra gli autisti del trasporto dei disabili. Due facce della stessa medaglia che però si trovano sulla stessa barca. Quella delle negazione dei diritti. I primi denunciano gravi disservizi che si traducono in difficoltà quotidiane per le persone con disabilità della capitale. Ritardi nel recarsi a lavoro, a scuola (per quelli in presenza), e soprattutto per cure e terapie. La denuncia arriva dalle organizzazioni delle persone con disabilità presenti nell’Osservatorio permanente sul servizio di trasporto.

Dall’altra parte ci sono gli autisti. Circa 300 lavoratori, dipendenti della società Tundo, che si occupano del trasporto per conto del Comune di Roma, servendo circa 5mila persone. 300 lavoratori che – come riporta l’Agenzia di stampa Dire – hanno scritto al prefetto di Roma Matteo Piantedosi affinché possa intervenire per risolvere la loro situazione. Sono senza stipendio da sei mesi e denunciano di non avere più i soldi per fare la spesa. Lunedì 23 saranno in piazza per chiedere di ricevere quello per cui hanno lavorato. Lunedì 23 ci sarà uno sciopero di 24 ore con fasce di garanzia.

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«Purtroppo la situazione è arrivata ad un punto di non ritorno, nel senso che sui servizi a chiamata siamo fermi agli stipendi di giugno, sul servizio scolastico, dopo una prima fase di cassa integrazione, gli autisti sono rientrati in servizio e sistematicamente il primo stipendio è saltato, e anche quello di ottobre facciamo fatica a pensare che possa essere regolarmente erogato», ha raccontato all’Agenzia Dire Alessandro Farina della Filt Cgil.

La Tundo ha ceduto parte dei crediti che avanza dal Dipartimento educativo per i servizi svolti nel trasporto scolastico ad un’altra società. Quest’ultima dunque pretende di essere pagata. Dal canto suo Roma Capitale fa presente di aver già erogato un milione di euro circa alla Tundo. In mezzo a questo rincorrersi di carte bollate e rimpalli di responsabilità ci sono le due facce della stessa medaglia. Da una parte i lavoratori che non vedono riconosciuti i propri diritti attraverso il pagamento delle spettanze. Dall’altra gli utenti, le persone con disabilità che pagano lo scotto di questa giostra attraverso il disservizio.

Redazione
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