Bonifiche a Napoli est, tentata estorsione

Bonifiche a Napoli est, tentata estorsione

Il vicepresidente della Camera Costa e il candidato di Fico Presidente Russo chiedono trasparenza, controlli e legalità

Cresce la preoccupazione per la legalità nelle bonifiche a Napoli Est, dove la Direzione Distrettuale Antimafia ha avviato un’indagine su un presunto tentativo di condizionamento criminale legato ai lavori nell’area dell’ex raffineria Q8. Secondo quanto riportato da Il Mattino, l’inchiesta riguarda pressioni e minacce collegate a un subappalto per la rimozione e l’insaccamento di materiali contenenti amianto, che hanno portato già ad un arresto per tentata estorsione. Un intervento cruciale per la bonifica ambientale dell’area industriale, con un affare stimato in oltre 150 milioni di euro. Il gip ha già convalidato un arresto per tentata estorsione, mentre proseguono gli accertamenti sulle possibili interferenze dei clan nelle bonifiche a Napoli est.

«È un fatto che allarma e che dà ulteriore valore alle richieste di chiarezza avanzate nei giorni scorsi con la nostra interrogazione parlamentare sul SIN di Napoli orientale», dichiara il vicepresidente della Camera Sergio Costa. Il riferimento è all’interrogazione presentata lo scorso 23 settembre, con la quale Costa ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica di chiarire lo stato delle bonifiche a Napoli est, la destinazione dei fondi pubblici e il finanziamento annunciato da UniCredit a favore della Q8. Un tema che torna di stretta attualità alla luce dell’indagine della DDA, che riaccende i riflettori sulla necessità di trasparenza e vigilanza nei cantieri ambientali del capoluogo campano.

«Oggi i fatti dimostrano che trasparenza e vigilanza non sono un vezzo, ma una necessità per difendere salute, ambiente, lavoro pulito e legalità», aggiunge Costa. Il vicepresidente della Camera sottolinea che solo un’azione coordinata tra Ministero, Prefettura e autorità giudiziaria può evitare nuove infiltrazioni mafiose nelle bonifiche a Napoli est e nei relativi subappalti. «Napoli est ha diritto a bonifiche trasparenti e sicure. Chiediamo che il Ministero, d’intesa con Prefettura e Autorità giudiziaria, garantisca un perimetro di legalità impenetrabile. Solo così – con atti pubblici, tracciabilità e controlli effettivi – si restituisce credibilità agli interventi e si mette al riparo il territorio da tentativi di infiltrazione», conclude Costa.

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Sulla vicenda interviene anche Giovanni Russo, direttore della Masseria Ferraioli, bene confiscato più grande dell’area metropolitana di Napoli, oggi capolista a Napoli alle prossime elezioni regionali nella lista Roberto Fico Presidente. «La bonifica delle aree industriali di Napoli est non può essere il nuovo banchetto dei clan. L’inchiesta della DDA sul tentativo di condizionare il subappalto per la rimozione dell’amianto nell’ex raffineria Q8 conferma che la camorra prova a mettere le mani su un affare da oltre 150 milioni: bene l’intervento della magistratura e l’arresto del manager dei rifiuti vicino ai Di Micco, a seguito della denuncia dell’imprenditore sotto pressione. Lo Stato c’è: noi siamo dalla parte di chi denuncia», dichiara Russo.

«Chiediamo presìdi stabili in cantiere, controlli straordinari e tracciabilità effettiva di appalti e subappalti, con verifiche su filiere e varianti. Le bonifiche devono generare lavoro pulito e sicurezza, non rendite criminali», aggiungo Russo, chiedendo monitoraggio civico sugli interventi ambientali strategici. «Napoli est ha già pagato troppo: portiamo a termine le opere, difendiamo le imprese oneste, aggrediamo i patrimoni illeciti e restituiamo ai quartieri salute e futuro. Legalità non è uno slogan: è tutela dei lavoratori, delle aziende perbene e dei cittadini», conclude Russo.

@dalsociale24

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