La Regione Campania rimandata

La Regione Campania rimandata

Il report RimanDati Campania evidenzia lo stato della trasparenza delle amministrazioni locali

Sui beni confiscati i Comuni italiani sono poco trasparenti. Il dato sull’anno in corso è peggiore di quello precedente, come emerge dalla seconda edizione di RimanDati, il report di Libera sullo stato della trasparenza delle amministrazioni locali sui patrimoni sottratti alle mafie. Lo studio, realizzato con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, arriva in occasione del 40esimo anniversario della legge Rognoni-La Torre, promulgata il 13 settembre 1982. Sul piano nazionale sono stati 1073 i Comuni monitorati. Di questi il 63,5 per cento è inadempiente. Lo scorso anno era il 62 per cento.

In Campania il 38,4 per cento dei Comuni destinatari di beni confiscati non ha ancora pubblicato l’elenco. 85 su 153 lo hanno reso pubblico, rispondendo così all’obbligo sancito dal Codice Antimafia. In assoluto si è passati dal 50,4 per cento del 2021 al 61,6 di quest’anno. Solo sette hanno raggiunto il punteggio massimo. Si tratta di Napoli, Pompei e Pozzuoli, in provincia del capoluogo di regione, Villa di Briano in provincia di Caserta, Baronissi, Olevano sul Tusciano e San Cipriano Picentino in provincia di Salerno. Proprio Salerno è la provincia più virtuosa con il 73 per cento di Comuni che hanno pubblicato l’elenco sul proprio sito istituzionale. Seguono Avellino (7 comuni su 11), Napoli (31 su 49), Benevento (4 su 79), Caserta, (24 comuni virtuosi su 45).

In Campania, stando ai dati del portale OpenRe.g.i.o estratti il 15 aprile, sono 2656 i beni confiscati. Il dato si riferisce agli immobili destinati, quelli cioè già trasferiti al patrimonio indisponibile dei Comuni nei quali insistono. «Nonostante i significativi passi in avanti dimostrati dal confronto tra la prima e la seconda edizione, le risultanze di RimanDati Campania 2022 dimostrano quanto il lavoro che abbiamo davanti sia ancora lungo e difficile. Ciò che impone a tutti, istituzioni, cittadini e società civile organizzata, di assumersi meglio e di più la propria parte di responsabilità. Il nostro orizzonte resta la piena conoscibilità e fruibilità dei dati e delle informazioni sui beni confiscati come strumento di facilitazione dei processi di riutilizzo sociale. In questa prospettiva, continueremo a lavorare», evidenzia il responsabile beni confiscati di Libera Campania, Riccardo Christian Falcone.

@dalsociale24

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