11 novembre, Ponticelli chiama Napoli

Il vicesindaco di Napoli, Mia Filippone, ha sottolineato che la presenza della camorra non sono solo un’affare di Ponticelli, perché Ponticelli è Napoli

Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino, Gaetano Di Nocera e Gaetano De Cicco. Quattro vittime innocenti. Quattro persone estranee alla camorra che persero la vita durante la strage del Bar Sayonara di Ponticelli l’11 novembre 1989. Ogni anni il presidio territoriale di Libera organizza in questa data una manifestazione in ricordo di quelle quattro persone. Ogni anno, in questo giorno, il quartiere di Napoli est si ferma. Quest’anno ancor più che negli anni precedenti, dato che arriva dopo un lungo periodo in cui la camorra ha rialzato nuovamente la voce. Un periodo durato mesi in cui persone che non hanno nulla a che vedere con la criminalità organizzata sono state uccise. Altre sono state ferite. Altre hanno rischiato con l’esplosione di diverse bombe nel quartiere dell’area est di Napoli.

Su questi temi di stretta attualità gli ospiti del palco sistemato in piazzetta Egizio Sandomenico a Ponticelli, hanno detto la propria. Hanno gridato forte contro la camorra. Contro la criminalità organizzata. Un monito, soprattutto per i più giovani, che possono essere affascinati dal profilo criminale, dal soldo facile. Soprattutto perché l’alternativa non c’è Lo Stato è assente.In quel territorio anche più che in altre parti del Paese e della città stessa. La presenza di alcuni esponenti istituzionali è importante. Ma deve prescindere da manifestazioni come quella di oggi. In piazza c’erano il senatore Sandro Ruotolo, il vicesindaco e l’assessore alla Legalità del Comune di Napoli, Mia Filippone e Antonio De Iesu, il questore Alessandro Giuliano. All’evento anche il presidente di fondazione Polis, don Tonino Palmese.

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«Non è un problema solo di Ponticelli. Ponticelli è Napoli. Napoli è Italia. Italia è Europa. E noi non lo dobbiamo dimenticare. Non dobbiamo rischiare di cadere in una autoesclusione. Dobbiamo stare tutti insieme, orgogliosi di essere napoletani. I familiari delle vittime innocenti testimoniano una grande forza e un grande coraggio che deve indurre tutti noi a impegnarci perché Ponticelli sia Napoli, perché non accadano discriminazioni, violenze, perché i ragazzi si sentano sicuri nel loro stesso territorio», ha detto il vicesindaco dal palco.

@ciro_oliviero

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